Con la chiusura di tutte le attività nel periodo del confinamento, a causa del Covid 19, molta gente si è ritrovata senza lavoro e molte famiglie, senza un reddito fisso, hanno cominciato a non poter più mettere da mangiare in tavola. A Manfredonia, come in tanti altri paesi nel mondo, si è messa in moto la macchina della solidarietà. Con l’impegno della Caritas, dei suoi volontari e di un gruppo di volenterosi si è dato vita alla “Spesa sospesa”, una catena di solidarietà che ha dato un valido sostegno nel grave periodo che molte famiglie si sono ritrovate ad attraversare. Grazie alla massima disponibilità di tanti supermercati, negozi e aziende, e al non meno importante apporto dei tanti cittadini che hanno collaborato, ogni giorno alla Caritas arrivavano camion di cibo che veniva smistato dai bravissimi volontari che hanno dedicato il loro tempo a questa importante iniziativa. Tantissime sono state le persone che, durante il lockdown, ogni mattina, facevano lunghissime file davanti alla mensa “Pane di vita”, e tantissimi i pacchi di cibo consegnati ogni giorno fino a metà giugno, a circa 1500 famiglie. Alla riapertura delle attività molti di loro sono tornati al lavoro e l’estate ha favorito anche l’ingaggio di tanti lavoratori stagionali, che quindi non hanno più avuto bisogno del supporto della Caritas. Abbiamo chiesto a Don Luciano Vergura, responsabile della Caritas che ha gestito tutto il servizio di distribuzione durante la chiusura, se oggi ci sono ancora famiglie che bisognose a causa delle limitazioni che hanno molte attività, e che oggi si ritrovano a dover diminuire il personale. Ci ha risposto che in questo momento le richieste di aiuto riguardano soprattutto le famiglie che non riescono a pagare l’affitto, le utenze, la Tari e con l’avvio dell’anno scolastico anche l’acquisto dei libri scolastici. Sono le richieste solite di questo periodo, è vero, ma una ulteriore chiusura potrebbe portarci di nuovo alla situazione di marzo e aprile. Per questa ragione, visto l’aumento dei contagi in questa che è stata denominata la “seconda ondata”, cerchiamo di non abbassare la guardia, non solo per proteggere noi stessi, ma per proteggere le categorie di lavoratori più fragili, per lasciare che la scuola continui in presenza e si prenda cura dei nostri figli, perché le palestre, le scuole di ballo non vengano chiuse e tante altre attività restino aperte. Il governo non è intenzionato a chiudere, tutto però dipende sempre e solo da noi e dal nostro rispetto delle regole.
di Mariantonietta Di Sabato