Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, attraverso il suo presidente David Lazzari, ha scritto una lettera al Parlamento a sostegno del Disegno di Legge Zan di contrasto all’omotransfobia. Ossia quegli atteggiamenti discriminatori e/o vessatori fondati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere delle persone.
La nostra posizione è chiaramente coerente con la cura e la tutela del benessere delle persone nella loro integrità e complessità; oltre che coerente con uno status professionale che non può non essere avulso da ogni forma di discriminazione ed “etichettamento”, in qualsiasi modo svalutativo, di individui o categorie d’individui. Per altro, sulla scorta di un patrimonio scientifico ormai consolidato che ha scardinato l’omosessualità dal Dsm cioè il manuale clinico diagnostico di classificazione delle malattie mentali. Per cui l’omosessualità è ora (da più di vent’anni, in realtà) considerata un orientamento sessuale normale negli esseri umani.
Personalmente, trovo singolare che chi avversa il DDL Zan ritenga che non si possa imporre un “dovere d’opinione” o ostacolare “legittime opinioni” su questi temi. Non si possono negare le opinioni differenti, ma sentir dire da politici, in maniera pubblica, che l’omosessualità “è contro natura” è fuori dalla scienza e fuorviante nei confronti della comunità. Nel senso che impedisce alle persone di crescere sulla base di informazioni corrette e correttamente argomentate. Allo stesso modo, trovo bizzarro che si possa affermare che le coppie o le unioni civili oppure le famiglie omosessuali siano un “pericolo” per le famiglie naturali. Su quali basi? E perché? Riconoscere civilmente e dare diritti ad alcuni, come è stato fatto in Italia solo pochi anni fa attraverso le unioni civili anche per le coppie omosessuali, non lede e non mina in alcun modo i diritti lungamente acquisiti dalle famiglie tradizionali. Le “famiglie ” differenti non vanno a detrimento di nessuno; al contrario, possono essere un’opportunità di crescita culturale ed etica e di confronto per tutti. Fatti salvi i valori fideistici di ciascuno, che però non dovrebbero sentirsi “minacciati” da leggi dello Stato che siano di tutela e salvaguardia per tutti!
In definitiva, restringendo nuovamente il campo all’omotransfobia, il problema, non è imporre l’impossibilità di esprimere opinioni differenti ma evitare che si facciano affermazioni totalmente antiscientifiche che vadano a detrimento della crescita dell’intera comunità, quando non istighino all’odio o, quantomeno, alla diffidenza verso la diversità.
Da piccoli ci hanno insegnato a pensare e contare prima di parlare.. ecco credo che pensare in maniera complessa e informata e sempre nel rispetto della dignità di ciascuno sia una delle espressioni più alte della libertà d’espressione. Cosa che non nega l’identità valoriale ed etica di alcuno, ma consente a tutti di rimanere su un piano di civiltà, sia verbale che di azione.
Vittoria Gentile