Trenta seggi alla maggioranza, 20 all’opposizione. È questa la suddivisione degli eletti nel nuovo Consiglio regionale della Puglia. Il calcolo è già possibile perché, in base alla legge, il premio di maggioranza si determina sulla base della percentuale della coalizione vincitrice: oltre il 40% vengono assegnati complessivamente 30 seggi più quello del presidente Michele Emiliano.
I 20 dell’opposizione andranno suddivisi tra la coalizione di Fitto e i Cinque Stelle. Il centrodestra ne prende 14 (più quello di Fitto come miglior presidente sconfitto), quattro invece ai grillini.
In attesa della suddivisione dei seggi per provincia, si può già dire chi non ce la ha fatta.
A Bari non rientrano in Consiglio regionale l’attuale presidente del consiglio, Mario Loizzo, e l’assessore Gianni Giannini del Pd, nella Bat resterebbe fuori Ruggero Mennea. A Lecce è in bilico Sergio Blasi.
Fuori dal Consiglio resta Puglia Solidale e Verde, dunque l’intera componente che fa capo all’ex governatore Nichi Vendola (non ha raggiunto il 4% su base regionale).
Fuori anche l’ex vicepresidente Tonino Nunziante: Italia in Comune non supera il quorum per circa 2.500 voti.
Nelle file del centrodestra nulla da fare per l’ex generale della Forestale, Giuseppe Silletti, ex capo della task force Xylella, nè per l’epidemiologa Danila De Vito che sfidava il consulente di Emiliano, Pier Luigi Lopalco (entrerà in Consiglio): la docente dell’Università di Bari non ha superato i 300 voti nella civica di Fitto.
A Foggia, è fuori l’ex assessore Leonardo Di Gioia (passato con Forza Italia) e quasi certamente anche l’altro transfuga, Napoleone Cera anche lui candidato con gli azzurri.