È tutta colpa del sindaco. Una frase che ho sentito per anni. Ma qualcuno si è mai chiesto per colpa di ‘quale’ sindaco il Comune di Manfredonia si sia trovato indebitato? In maniera analitica e con dati alla mano ho ricostruito in un opuscolo che lascio alla vostra lettura come le criticità legate alla gestione della spesa corrente siano nate tra gli anni 2005 e 2010. La situazione si è complicata anche per le sopravvenute norme di contenimento della spesa pubblica e dei minori trasferimenti ai comuni da parte dello Stato per via dell’introduzione del Patto di Stabilità, inasprito dal governo Monti.
Da evidenziare, come si evince da atti pubblici citati nell’opuscolo (e pubblicati sull’Albo Pretorio del sito ufficiale del Comune di Manfredonia) lo spaventoso debito pubblico con cui nell’aprile del 2010 cominciai a governare: un buco di 6milioni di euro generato da situazioni sfuggite totalmente al controllo. E questo oltre ad aver operato un riaccertamento straordinario per 17 milioni di euro di entrate non riscosse e ritenute inesigibili, tra cui i famosi 5 milioni della Gema SpA.
Emblematico il caso dell’ASE, Azienda Speciale Ecologica, con un debito accumulato fino al 2010 di ben 7.068.365,12 euro (di cui sono stati liquidati 5.657.469,89 euro, oltre gli interessi e altri oneri accessori, grazie ad una transazione), che il Sindaco Paolo Campo non solo non si preoccupò di arginare, ma che contribuì a far lievitare sospendendo un aumento della TARSU nel 2008 (nel pieno di una campagna elettorale che lo vedeva candidato alla presidenza della Provincia). Un aumento che era stato già contabilizzato e ‘speso’ nonostante non fosse stato mai incassato e che toccò a me recuperare, con apposito ruolo suppletivo attingendo mio malgrado dalle tasche dei cittadini di Manfredonia poco dopo la proclamazione a sindaco.
Fa riflettere anche la vicenda del Mercato Ittico, che sarebbe dovuto diventare il volano per la marineria di Manfredonia, ma che abbandonato a se stesso subito dopo l’inaugurazione dall’Amministrazione 2002-2010 targata Campo, ha prodotto una perdita di oltre un milione di euro, tanto da decretare il fallimento del Consorzio a cui era stato affidato in gestione. Nel 2018 fui io ad individuare un soggetto privato/pubblico a cui affidare l’attività per consentire al Mercato Ittico d’intraprendere un percorso burocratico per avviare un nuovo inizio.
Salta agli occhi, inoltre, come il carrozzone burocratico di Gestione Tributi ereditato dall’era Campo abbia inciso fortemente sul percorso amministrativo della città, poiché a fronte di un servizio costosissimo, non è stata garantita la riscossione efficiente delle tasse. In pratica, grazie ad un contratto grossolano con la società di riscossione, per la stessa era più conveniente aspettare che cittadini di buona volontà andassero spontaneamente a pagare, che non prodigarsi per incassare quanto dovuto. Ciò si è tradotto in minori entrate e di conseguenza minori servizi. Uno stato di cose acuitosi in maniera tale da portarmi a contestare ripetutamente le inadempienze della stessa società, fortemente ed ingiustificatamente difesa in tutte le sedi dal Partito Democratico. Vicenda che ha poi determinato una profonda frattura politica che mi ha portato alla dolorosa scelta delle dimissioni, concretizzatesi il 19 aprile 2019, ad un anno dalla scadenza naturale del mandato.
Tanti sono i lati da approfondire e che questo opuscolo si propone di fare. Forse la lettura non sarà agile in tutti i suoi punti, ma ciò che sicuramente non sfuggirà è che amministrare tra il 2010 ed il 2019 in una situazione così difficile ha limitato drasticamente la possibilità di dare risposte ai sogni e ai bisogni dei cittadini di Manfredonia.
Dopo il favoloso quinquennio 2000-2005 in cui da assessore avevo rivoluzionato la città con un centinaio di opere pubbliche (tra cui i nuovi lungomare di Manfredonia e di Siponto, la Rotonda, le scuole pubbliche e gli asili nido, il Mercato Ittico, ecc ecc), l’amministrazione Campo avrebbe dovuto consolidare il Bilancio contenendo la spesa corrente e fare una seria lotta all’evasione ed elusione tributaria. Invece, ha fatto l’esatto opposto e ne è la riprova l’aumento della spesa corrente che, proprio nell’anno della sua candidatura a presidente della Provincia di Foggia, ne determina di fatto un deficit strutturale del Bilancio Comunale.
Anni difficili, dunque, quelli tra il 2010 ed il 2019, eppure, grazie ad una politica oculata che ha evitato gli sprechi perpetrati tra il 2005 ed il 2010, e nonostante la crisi imperante ed i tagli drastici del Governo, Manfredonia ha retto ed ha iniziato un percorso virtuoso in diversi ambiti, come quello della raccolta differenziata dei rifiuti e la realizzazione di opere importanti di riqualificazione urbana, come la piscina comunale.
Ora Manfredonia naviga verso un futuro incerto, sospinta da venti avversi di chi pensa che negli ultimi anni vi sia stato malgoverno. In realtà, parafrasando Leibniz, è stato in questo contesto il migliore dei governi possibili e bene sarebbe continuare nella stessa direzione.
E se nonostante le inconfutabili prove riportate vi sono ancora degli scettici, cos’altro aggiungere? Nulla, se non una citazione: ai posteri l’ardua sentenza.
Angelo RICCARDI
Caro Riccardo,tutte queste cose le dovevi dire ha l’atto di insediamento da primo cittadino.come dovrebbero fare chi si insedia per la prima volta in sostuzione del precedente,cioè mettere espoto tutti i debiti lasciato dal precedente sindaco.Devo ammettere anche per onesta’che delle cose buone ai fatto. Però ai sbagliato nel fare avvicinare troppa gente vicino al comune di dubbio moralità.