“Sarebbe una magnifica stravaganza di scavalcare tutti insieme i tempi brutti in un allegro finale:felici tutti. Forse il primo segreto essenziale della felicità si potrebbe ancora ritrovare. L’importante sarebbe di rimettersi a cercare”. Questo è stato l’invito di Elsa Morante nella sua “Canzone degli F.P. e degli I.M.”. Un’esortazione che un coro di circa cinquanta adolescenti, accompagnati da musicisti e attori professionisti hanno rivolto all’intera cittadinanza lo scorso 29 e 30 luglio presso la nuova Piazza di Comunità, adiacente al Teatro Comunale “Lucio Dalla”. Il cortile dell’Istituto Perotto, per intenderci che ha accettato di buon grado di accogliere questo condiviso rito collettivo. Un forte atto politico, un modo che la scuola ha adottato per permettere al teatro, in una perfetta sinergia tra attori formativi, di aprire simbolicamente le scuole. L’evento è stato occasione dopo l’esperienza di lockdown che ci ha visti tutti coinvolti di avere “un momento di normalità” ci ha detto una delle partecipanti. L’errore che si compie è quello di non conoscere gli stati d’animo di chi sta mettendo in scena un determinato spettacolo. Il teatro, così come ogni evento dal vivo si costruisce insieme, tra attori e pubblico. Seppur mascherine, distanziamento e gel igienizzanti siano divenuti la nuova routine, questo non ha fermato l’irrefrenabile voglia di vita dei protagonisti. Il contatto è il primo principio del teatro, ma nonostante i vari accorgimenti dati dallo stato di emergenza questo ha permesso ai giovani protagonisti di “dimostrare ancora più forza e grinta” ci dice una ragazza. Un momento scelto per restituire alla comunità le storie degli F.P., i Felici Pochi, coloro che “non si lasciano babbare, nè mammare”. Grazie alla Bottega degli Apocrifi capace di coltivare fiori nel deserto donando vitalità alla città. Adesso, più che mai, ne abbiamo tutti bisogno.
di Angela la Torre