Non consento a nessuno, ben che meno a qualche aspirante consigliere regionale, di utilizzare il nome della mia città, Monte Sant’Angelo, a fini politici o elettoralistici!
A maggior ragione se il motivo è quello di creare terrorismo mediatico o di procurare inutili allarmismi, mettendo in contrapposizione territori e comunità locali per il solo scopo di emulare improvvidi leader politici nazionali, che non sanno fare altro che sputare veleno e diffondere false notizie.
Se ci si candida alla carica di consigliere regionale, si ha l’obbligo, prima di proferire parola, di approfondire l’argomento anziché seguire a ruota il contenuto di qualche comunicato, scritto per chissà quali oscuri motivi.
Altrimenti la conseguenza potrebbe essere quella di fare figuracce e, invece di guadagnare, si rischia di perdere voti.
Veniamo al punto.
Il Comune di Monte Sant’Angelo ha candidato, nell’ambito di un bando pubblico regionale, la parte restante dell’ex Isola 12 dell’area ex Enichem, al fine di realizzare un impianto per la produzione di materia prima seconda (MPS) derivante dal recupero e/o riciclaggio della plastica dal ciclo della differenziata svolta dai comuni e, quindi, dai cittadini.
Scopo del progetto è produrre da uno scarto, che altrimenti continuerebbe ad essere un rifiuto, un materiale che trattato meccanicamente (e sottolineo meccanicamente) consentirebbe di essere reimmesso nel circuito produttivo.
Si tratta in sintesi del primo passo verso quella che esperti del settore chiamano “economia circolare”, sconosciuta a quanto pare ai soggetti in questione.
L’area su cui insisterà l’impianto non solo è stata bonificata, ma ha ricevuto anche dalla Provincia di Foggia la certificazione di avvenuta bonifica, dopo attento iter che ha visto la validazione dei dati da parte di enti terzi quali ARPA ed altre agenzie governative, in seno alla Conferenza dei Servizi del SIN Manfredonia-Mattinata-Monte Sant’Angelo insediata presso il Ministero dell’Ambiente.
Il residuo non utilizzabile nell’impianto, ridotto drasticamente in volume, potrebbe trovare ulteriori impieghi attraverso un processo innovativo oggetto di interessanti sperimentazioni. A tal proposito, vi è l’interessamento di alcune imprese del settore ad attivare percorsi virtuosi a valle dell’impianto, proposte al momento al vaglio dell’ente comunale e della Regione Puglia.
Nessun inceneritore, ma anzi un impianto finalizzato a creare da un rifiuto altri oggetti e materiali impiegabili quotidianamente nella vita delle persone, evitando di produrre e immettere nell’ambiente ulteriore plastica.
Rispetto alla seconda notizia relativa alla realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti organici e di trattamento dei fanghi, le notizie che abbiamo è che Eni Rewind, società ambientale di Eni, sta proseguendo come da decreti ministeriali nelle attività di bonifica suoli e falda e ad oggi non ha presentato progetti di riutilizzo delle aree.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento, purché si abbia la seria intenzione di ragionare senza pregiudizi e di affrontare l’argomento con spirito costruttivo, tenendo conto che grazie a quell’area industriale numerose famiglie di Monte Sant’Angelo e anche di Manfredonia ricevono quotidiano sostentamento.
Approfitto infine per chiarire una volta per sempre il pensiero dell’amministrazione comunale che puntualmente sottoponiamo a chiunque si affacci in quell’area: non sarà consentito alcun investimento o l’insediamento di impianti produttivi che non tengano conto della vicinanza dell’abitato di Manfredonia e delle abitazioni presenti nelle aree limitrofe. Tutto ciò che potrà costituire pericolo per la salute dei cittadini e dei lavoratori verrà bloccato a priori dal Comune di Monte Sant’Angelo. Anche se siamo fermamente convinti che nell’area industriale di Macchia – Monte Sant’Angelo si possa creare sviluppo ed occupazione senza dover necessariamente rinunciare alla salute dei cittadini e alla qualità dell’ambiente.
Per quanto mi riguarda, il sindaco di monte poteva evitare tranquillamente di rispondere con queste banalità e scaricando la colpa sui politici che non c’entrano in questo caso nulla…vogliono fare uno Scempio e vogliono pure farcelo passare co!e un ammodernamento dei nostri tempi….magari dobbiamo anche dire grazie….perché non se lo fa sulla sua cara montagna….manfredoniani questa volta non restiamo in silenzio ribelliamoci a chi vuole definitivamente passare con il camion sul morto tanto per fare un eufemismo
Quei confini vanno modificati. I vecchi confini di Manfredonia andavano fino al Torrente Varcaro e c’è un esposto del 1817 del Comune di Manfredonia, contro la modifica illecitamente decisa da un’ordinanza del Commissario Divisore, ma quell’esposto fu fatto sparire e va assolutamente ritrovato. Subito dopo il voto del 2021 questo va fatto e va tutto ridiscusso, tra i rappresentanti del nostro Comune, del comune di Monte ed il sostegno della popolazione di Macchia che certamente non mancherà. Non è escluso un referendum a norma di legge.