E’ ben noto il contesto strumentale nel quale otto anni fa vennero conteggiate le nascite e, quindi, disattivato il reparto di “Ostetricia e Ginecologia” dell’Ospedale San Camillo de’ Lellis di Manfredonia.
Nel 2019 i nuovi concittadini sono stati quasi 400. Ora più che mai bisogna tornare a nascere a Manfredonia. Non foss’altro che per decongestionare centri sanitari maggiori, che potrebbero essere alle prese con una recrudescenza di questa pandemia o l’insorgere di nuove crisi, sempre possibili, stante l’aggressione all’ambiente da parte dell’uomo.
L’inaugurazione della U.O. di Senologia, di valenza distrettuale, avvenuta ‘magicamente’ in campagna elettorale, dimostra che il D.M 70/2015 si può e si deve superare. Inoltre, il perdurare dell’emergenza sanitaria, impone un doveroso ripensamento della dislocazione dei servizi sanitari sul territorio. Dobbiamo fare tesoro di un’esperienza
drammatica come quella che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, per non commettere più gli errori del passato.
Ho più volte sottolineato, anche ad esponenti del Governo Nazionale, che la sanità e la salute non possono sottostare alle regole del mercato. Come sta avvenendo in altre parti di Italia – ad esempio in Emilia-Romagna (che sicuramente rappresenta una delle eccellenze del nostro sistema sanitario) e in Trentino – va riaperto anche il punto nascita di Manfredonia. Solo nel 2019 i nostri nuovi concittadini sono stati quasi 400 e, guardando le statistiche demografiche degli ultimi anni, mediamente queste sono le cifre relative alla natalità. Penso che siano numeri adeguati per riavviare il punto nascita al San Camillo, che in realtà potrebbe contare anche su un bacino di utenza molto più ampio, coinvolgendo Monte Sant’Angelo, Mattinata, Zapponeta, solo per citare i comuni viciniori.
Il punto nascita deve riprendere la sua attività, anche con l’implementazione di nuovi servizi e prestazioni: penso all’analgesìa epidurale 24 ore su 24 o al parto in acqua, ad esempio. Mi farò formalmente latore di questa proposta sia all’Asl che in Regione Puglia. La nostra è una battaglia di civiltà nella quale i cittadini, le persone, i bambini vanno rimessi al centro dell’azione e della progettazione del futuro della nostra società. Abbiamo un’occasione d’oro a portata di mano: ripartire dai bambini per costruire una comunità migliore.