Giovedì 26 Dicembre 2024

Prezzo del grano, CIA Capitanata vota contro il ribasso: “Vani i tentativi di mediazione”

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La rilevazione della Borsa Merci segna due euro in meno al quintale. La parte agricola non ci sta

 

“Dopo un vano tentativo di mediazione, oggi abbiamo votato contro la variazione in diminuzione di 20 euro a tonnellata del prezzo del grano duro”. Lo comunica il presidente provinciale CIA Agricoltori Italiani Capitanata Michele Ferrandino che, questa mattina, ha partecipato alla riunione della Commissione dell’Osservatorio della Camera di Commercio di Foggia che, settimanalmente, ogni mercoledì, rileva i prezzi all’ingrosso dei cereali, sulla scorta delle contrattazioni attestate da fatture e autocertificazioni. “Al momento della contrattazione, la parte agricola ha espresso il suo disappunto – spiega il presidente CIA Capitanata – Vista l’insistenza della parte industriale e commerciale, abbiamo formulato una proposta che potesse conciliare le diverse posizioni, più aderente alla realtà e più equa, ma molini e commercianti non ne hanno voluto sapere. La nostra richiesta non è stata accolta e abbiamo proceduto alla votazione. CIA ha detto no”.

Ai voti, è passata la linea della parte industriale e commerciale: il prezzo del grano è fissato a 310 euro a tonnellata sui minimi e 315 euro a tonnellata sui massimi, 2 euro al quintale in meno rispetto alla settimana scorsa. La stessa variazione è stata imputata al grano biologico (min. 360 €/t, max 370 €/t).

“Non possiamo accettare un simile ribasso – aggiunge il presidente Ferrandino – Agli agricoltori deve essere riconosciuto un prezzo adeguato, equo e remunerativo. Non chiediamo la luna. Le quantità sono quelle che sono, calate come noto per effetto delle calamità naturali – siccità, gelate e piogge torrenziali – ma la qualità è indubbia, non può essere svenduta e basterebbe anche a compensare le perdite. Speriamo in una imminente ripresa per dare un po’ di sollievo a chi ha subito danni in questa annata particolare. A queste condizioni i prezzi dovrebbero salire. Non si possono sovvertire le regole del mercato, sballato anche dalle importazioni selvagge che ci piombano addosso proprio durante la raccolta. È ormai una vecchia battaglia e continuiamo a incontrare le resistenze di chi fa orecchie da mercante”.

 

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