Qualcuno potrebbe saltare sulla sedia leggendo un’affermazione così forte, qualcun altro potrebbe dire è proprio così. I cittadini colpevoli del loro destino? Ma non era tutta colpa della politica? La generalizzazione non è mai giusta per tutti ma spesso fotografa, dall’alto e anche dal basso, lo stato dei fatti. Ieri si puntava il dito contro una politica dittatoriale e clientelare. Di nascosto, perché nessuno (o quasi) ha mai avuto il coraggio di contestarla, anzi. Clientelare verso i cittadini ovviamente che hanno permesso di fare tutto ciò che è sotto gli occhi di tutti. Oggi colpevolizziamo i Commissari, chiamati a mettere le pezze in tutti i settori produttivi e non della città. Commissione che viene tacciata di non svolgere il suo dovere con la massima efficienza, senza considerare che a Palazzo San Domenico sono rimasti in pochissimi a fare il lavoro “sporco”. La stampa, dal canto suo, a volte sollecita l’operatività delle istituzioni, altre volte, quando parla sotto dettatura, crea eclatanti false notizie per fare traffico creando lo scompiglio desiderato. E se da un lato la politica non ha svolto il suo ruolo di controllo e di buona gestione, dall’altro, molte categorie produttive della città, sono state totalmente incapaci di gestire le risorse della natura e quelle opere realizzate con tanta fatica nel difficile gioco della staffetta di chi amministra che non sempre va a buon fine. Uno degli esempi più clamorosi è il Mercato Ittico di Manfredonia; il Mose della Capitanata per il settore pesca, monumento all’incapacità gestionale di una categoria che è stata capace di autodistruggersi. Ognuno per sé, con progetti che partono con il levar del sole con un’ambizione che non va oltre al sole all’orizzonte del giorno stesso. Anche qui vale lo stesso discorso della generalizzazione poiché il nostro Golfo vanta attività ittiche all’avanguardia, con grandi idee e progetti innovativi ma che non hanno mai potuto portare le loro peculiarità imprenditoriali a servizio dell’intero comparto. E pensare che per la prima approvazione comunale del progetto del Mercato Ittico di Manfredonia dobbiamo fare un balzo nel lontano 1978, opera progettata dall’Ing. Michele Ferrara. Si dovrà attende al 1983 per la sua riapprovazione ed aggiornamento dell’importo, che venne stimato in 6.538.700.000 di lire. Il primo stralcio di quasi due miliardi di lire fu appaltato alla ditta Guida Angelo Gabriele. Lavori conclusisi nel dicembre del 1986. Il secondo appalto parte quasi subito, così come i lavori che s’interromperanno nel 1990. Nel 1996 il Ministero competente approva e ammette a finanziamento, il progetto di completamento affidato all’Ing. Antonio Gentile pari ad un importo di 8 miliardi e 200 milioni di lire di cui “solo” 4 miliardi e 500 milioni di lire a carico del bilancio comunale. I lavori verranno ultimati il 5 aprile 2003. Nel 2004 l’inaugurazione dell’innovativa struttura mercatale. L’affidamento da parte del Comune al Consorzio Gestione Mercato Ittico di Manfredonia (CO.GE.M.I.IM.) che nel 2014 fallirà portando con se importanti debiti girati alle casse comunali. Dopo anni di mala gestione, pubblica e privata, dubbi sulle assunzioni, inadempienze contrattuali da parte degli operatori, importanti e diffuse presunte infiltrazioni della malavita organizzata (accertate solo di recente), il Comune di Manfredonia decide di cedere il Mercato Ittico all’Autorità di Sistema Portuale, rinunciando alla concessione demaniale. L’Autorità Portuale prontamente avvia una gara per l’affidamento, così da cercare di risollevare il comparto pesca di Manfredonia. Gara che sarà aggiudicata dal Consorzio Semi nel dicembre 2018, il quale deve dimostrare alle autorità di polizia la sua estraneità a presunte azioni d’illegalità. Quindi ancora uno stop alla ripartenza del Mercato. Nel frattempo Autorità di Sistema Portuale e Comune di Manfredonia, consapevoli di operare in un campo minato, stanno espletando le ultime pratiche per il passaggio definitivo del Mercato Ittico alla governace portuale. Si rimane interdetti nel riportare la travagliata storia di un mercato che avrebbe dovuto produrre ricchezza, valorizzando il pescato, regolarizzando il suo commercio, producendo lavoro, e invece nulla di tutto questo. Oggi le autorità competenti dialogano poco e male con le varie categorie portuali poiché mancano le associazioni di categoria, gruppi comuni di discussione per poter interloquire con chi, con grande difficoltà cerca di far rispettare l’ordine in un contesto portuale che è nel totale caos. Le autorità portuali devono formare gli addetti ai lavori e non solo redarguirli. Si aprano dei tavoli di confronto per provare a cambiare, in meglio, la storia del sempre più povero e pieno di disservizi, Porto di Manfredonia.
Raffaele di Sabato
La vera ragione del fallimento del Mercato Ittico la conosciamo tutti: il clientelismo alla base di tutto il sistema amministrativo. I politici mungevano posti di lavoro e prebende. I “gestori” del Mercato ne approfittavano per auto assegnarsi premi, aumenti di stipendio e gratifiche, arrivando a pompare più di qualsiasi altro dipendente o dirigente comunale. Poi i nostri pescatori, che non hanno mai avuto “regali” da qualcuno, hanno capito che venivano “sfruttati” per arricchire i “furbetti”e lo hanno abbandonato, causandone l’inevitabile fallimento.