La replica del WWF di Foggia alle ultime dichiarazioni del Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti
Restiamo basiti di fronte all’arroganza, esposta in una recentissima intervista riguardante il previsto abbattimento di circa 50 pini di un’area cittadina, dal Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti che invece di aprirsi al confronto pubblico su una questione che sta molto a cuore ai suoi cittadini, ovvero la tutela del verde urbano, li definisce addirittura in senso dispregiativo “ambientaloidi”.
Evitando di ripeterci, ribadendo ciò che abbiamo scritto in un recente comunicato stampa sull’argomento, preferiamo soffermarci sulle sue dichiarazioni alquanto discutibili.
Innanzitutto una pineta per sua definizione può essere sia naturale che artificiale ed è definibile come tale anche nel contesto urbano quando, come in questo caso, rappresenta anche un piccolo polmone verde della città. Riguardo agli abbattimenti dei pini, la prima giustificazione che dà è “le persone cadono” a causa del pessimo stato del manto stradale e del marciapiede (quindi perché si perde ancora tempo e non si pensa a manutenere i marciapiedi e le strade?). I nostri volontari hanno raccolto numerose testimonianze sul degrado manutentivo dei marciapiedi come ad esempio i cordoli accatastati da anni proprio sui marciapiedi e sulle radici degli alberi, danno certamente non causato dalle radici, perché non si sistemano o rimuovono? Il Sindaco usa il termine “riqualificare”, riqualificare un’area verde urbana è sinonimo di valorizzare l’esistente e non di distruzione e abbattimento degli alberi presenti (per poi ripiantarne altri!). Ricordiamo che in tutti i regolamenti del verde pubblico d’Italia, gli alberi possono essere abbattuti solo per questioni legate alla sicurezza pubblica, quindi in tal caso, chiediamo di pubblicare per trasparenza i casi di incidenti causati da questi alberi nonché le relazioni dei tecnici qualificati che attestano la pericolosità di questi ultimi per l’incolumità pubblica.
Definisce inoltre il Pino domestico (Pinus pinea) specie non autoctona, definizione che a noi sembra più un tentativo mal riuscito di giustificare il loro abbattimento; altresì è una specie tipica del bacino mediterraneo e molto diffusa anche sul Gargano insieme al Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) sia come rimboschimento che come specie naturalizzata. In aggiunta, il Pino domestico proprio a causa della sua bellezza ed adattabilità è una specie impiegata spesso a fini ornamentali nelle città, usata soprattutto per fare ombra nelle città calde e ventose e grazie ai suoi pregi peculiari come la rapida crescita e la spiccata resistenza alle malattie è preferita ad altre specie più delicate e lente nella crescita (leccio e carrubo, i.e.).
Ricordiamo inoltre che le associazioni ambientaliste sono organizzazioni di volontariato, formate da cittadini che non hanno assolutamente funzioni/compiti di controllo o addirittura di polizia, quindi non comprendiamo il suo esempio di “legarsi ad un albero” o “dove erano quando…”; anzi le associazioni ambientaliste sono nate proprio per promuovere e sensibilizzare ad una politica ambientale sostenibile che proprio un Comune di un Parco Nazionale non dovrebbe mettere in continua discussione ma dovrebbe essere un modello da imitare, forse far parte di un Parco Nazionale conviene solo quando c’è bisogno di attirare turisti?
Detto questo, di fronte ad un atteggiamento di chiusura verso noi cittadini, di fronte alle nostre richieste di trasparenza degli atti progettuali (si potrebbe pubblicare tutto il progetto sul sito istituzionale), chiediamo al Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti di ritornare sui suoi passi, di essere consapevole che tale abbattimento rappresenta un errore soprattutto nei confronti dei suoi cittadini e di “ri-immaginare” quell’area non come un problema ma come un’opportunità, magari coinvolgendo i cittadini e le scuole di Vieste con un concorso di idee per una vera valorizzazione partecipata dell’area verde.
Spendere è più facile che amministrare, ne siamo consapevoli, ma noi crediamo che spendere «wisely and well» sia sempre la strada più giusta soprattutto in periodi di crisi economica.