Spesso ciò che abbiamo sotto al naso tutti i giorni ci rende indifferenti riguardo alla sua importanza. Combattiamo da anni, molti solo dietro le tastiere, per impedire che un’azienda, presumibilmente pericolosa ed inquinante, possa insediarsi nel nostro territorio, ma poi certi costumi della nostra vita quotidiana danneggiano sul serio e con costanza la nostra salute e il nostro “povero” Mare. La capillare condotta cittadina, della raccolta delle acque nere e bianche, ha lo scopo di orientare i liquami (rifiuti organici e non) e le acque piovane (bianche) che si mescolano con tutto ciò che di chimico e non si trova sulle strade o sui tetti. La rete idraulica (di acque nere e bianche) presente in modo capillare in tutta la città, funziona a gravità (dall’alto verso il basso), confluendo tutto verso valle, dove si trova il nostro Mare, la valvola di sfogo. Una lunga tubazione (collettori), si snoda sul lungomare di Manfredonia a partire dal campo sportivo, dove parte il primo impianto di sollevamento fino ad arrivare al terzo, alle spalle della fontana Piscitelli, di fianco la Chiesa di Sant’Andrea, attraversando un altro impianto di sollevamento situato alle spalle della Lega Navale (molo di Tramontana) all’imbocco di via Campanile. Questi impianti di sollevamento hanno la funzione di spingere a pressione i liquami della fogna nera in direzione Siponto, ossia verso l’impianto di depurazione presso il bivio per Zapponeta. Gli altri tre impianti di sollevamento
sono situati sul lungomare di Siponto, il primo dopo il porto turistico, un altro vicino alla pineta e l’ultimo alla fine del centro abitato di Siponto, confluendo sempre verso il depuratore. Grazie al nostro Marasco, anche se in modo colorito e goliardico, sono state messe in evidenza delle situazioni davvero imbarazzanti, ma tristemente reali. Quando ci sono delle abbondanti piogge, i tombini del lungomare eruttano tutto ciò che scarichiamo nei nostri bagni e dai nostri corpi, e non solo. Situazioni vissute con un’anomala frequenza negli ultimi anni. Criticità da attribuire principalmente alle interferenze con la rete di fognatura bianca provenienti da allacci non autorizzati ed abusivi, di condomini ed abitazioni private, provocando, durante gli eventi meteorici, un aumento abnorme della portata delle acque reflue all’interno delle condotte di fognatura nera con l’immissione nella rete di sabbie e materiali inerti anche di notevoli dimensioni, che causano grave pregiudizio al normale funzionamento della rete. Materiale inerte che, al rallentamento del deflusso delle acque, si deposita lungo le condotte fognarie, nei pozzetti d’ispezione e nelle vasche di accumulo degli impianti di sollevamento fognario. La manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria è cura della società Acquedotto Pugliese. In quest’ultimo anno, in particolare, AQP, ha avviato in collaborazione con il Comune di Manfredonia, video-ispezioni sotterranee, finalizzate ad individuare ed eliminare i punti di commistione tra le reti fognarie (bianca e nera), nonché le immissioni provenienti da condomini e proprietà private. L’ultimo sopralluogo congiunto: AQP, Amministrazione Comunale e Polizia Municipale, è stato effettuato lo scorso 3 Giugno, accertando l’innesto non autorizzato nella fogna nera di diversi condomini (Viale Beccarini, Via Carducci e Via Ariosto). Si sta intervenendo in questi giorni per ripristinare l’ormai obsoleta rete fognaria di via Campanile, la cui usura causava perdite dalla condotta, e di conseguenza un persistente cattivo odore in una delle strade più caratteristiche della città. E se la fogna nera ha creato non poche criticità, sulle quali però si sta intervenendo, non è più facile e soprattutto felice il trattamento delle acque bianche ossia quelle piovane, di scolo, quelle che prima vedevamo venir fuori anche dai pluviali dei palazzi sui marciapiedi. Anche quelle dovrebbero essere trattate, ma molte strutture abitative non sono in regola e non hanno nemmeno richiesto il permesso per lo scolo. Dove vanno a finire le acque meteoriche dei nuovi comparti? Non si sa, anzi no, che vanno a finire a mare è certo, così com’è certo che non vengono trattate, tutte. Le acque bianche, che vanno a valle per gravità, molte raccolte dalle griglie poste sulle strade, arrivano a quegli scoli che vediamo sul lungomare: vicino alla Rotonda, dietro all’ex Liceo Classico, all’imbocco del molo di Tramontana (in fondo a via Campanile), solo per citarne alcuni. Alcuni di questi, hanno delle vasche di sedimentazione, grigliatura e disoleazione, altre no. Il mare riceve tutto. Come possiamo dimenticare quelle estati terribili in cui nel Candelaro si riversavano gli scarichi dal nostro depuratore che funzionava poco e male. Parliamo di estati perché in inverno non si frequenta il mare e quindi non ce ne rendiamo conto, ma gli scarichi non si fermano mai. Dopo tanti anni di violenza ambientale, sull’impianto di depurazione, i lavori di potenziamento e ammodernamento, con l’attivazione anche del nuovo digestore anaerobico e la centrale termica, alimentata con il biogas prodotto nel processo di digestione dei fanghi, sono terminati a dicembre scorso e sono in corso i collaudi di legge. L’impianto funziona regolarmente e rilascia acque con i parametri rispondenti alla legge, dichiara AQP. Con il completamento degli ulteriori interventi di ampliamento delle reti idriche e fognarie a servizio dei villaggi costieri della zona sud (Sciali delle Rondinelle, degli Zingari e di Lauro, La Bussola, Scalo dei Saraceni e Foggia Mare, Ippocampo) il depuratore sarà in grado di soddisfare il fabbisogno dell’intero agglomerato, passando dai 77 mila abitanti serviti a quasi 90 mila. Il progetto dei lavori di adeguamento funzionale delle infrastrutture idrico/fognanti a servizio della Riviera Sud si trova nella fase di verifica della Progettazione Definitiva. Progetto di quasi 20 milioni di euro. Prima dell’ultimazione della verifica sarà necessario acquisire tutte le autorizzazioni previste per legge tramite la Conferenza di Servizi che sarà avviata dall’Autorità Idrica Pugliese, subordinata all’approvazione del Progetto Definitivo da parte del Comune di Manfredonia con contestuale cessione delle aree d’intervento ad Acquedotto Pugliese. Espropri che non tutti accetteranno di buon grado e che probabilmente porteranno via ancora altro tempo, ma il nostro ambiente non ha più troppa resistenza ed il tempo stringe. Si fa tanto, ma ancora molto c’è da fare, e ognuno di noi, nel suo piccolo, potrebbe dare il suo contributo a tutela, del mare, della nostra salute e dell’economia locale, perché il Mare è la nostra ricchezza, sotto tanti profili e l’indifferenza è ciò che ci danneggia di più.
Raffaele di Sabato
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