I buoni risultati ottenuti nel contrasto alla pandemia provocata dal coronavirus ha permesso una sorta di ritorno ad una libertà, condizionata dall’uso dei dispositivi di sicurezza. Inevitabile è tornato a bomba il calcio con tutta la sua forza economica più che per la passione dei tifosi, ancora terrorizzati dalle morti per il Covid-19. Ripartono i tornei professionisti con un tour de force che costringerà i calciatori ad andare in campo ogni tre giorni. Come quando si giocava per strada, senza nessuna possibilità di allenarsi seriamente. Facile immaginare quanti saranno preda di infortuni muscolari e non solo. Molto fanno discutere anche le condizioni in cui le gare saranno disputate. Da “senza pubblico” si sta passando ad un numero limitato e ad una turnazione dei soli abbonati. Questo dipenderà dagli ultimi risultati della lotta al virus. I campionati dilettantistici, invece, sono stati tutti fermati con la salomonica decisione di far salire le prime e far retrocedere le ultime, come da regolamento. Il malcontento e la confusione regnano sovrani: le seconde ad un solo punto dalle prime, come il Foggia in serie D, chiedono il salto di categoria. Le retrocesse, e in particolare quelle in netta ripresa prima dello stop forzato, chiedono un ripensamento al Consiglio Federale, che sta decidendo a riguardo. L’applicazione di un algoritmo che statisticamente tenga conto dello stato delle squadre negli ultimi mesi e degli scontri diretti potrebbe accontentare tutti. Almeno fino a quando non vengono fuori le decisioni. Il Manfredonia Calcio ha sempre chiesto, a gran voce e in tutte le sedi, il passaggio in Eccellenza, che sicuramente avrebbe ottenuto se fosse continuata la stagione, anche a costo di non giocarla al Miramare, dal momento che l’impianto sintetico di Manfredonia è ancora bloccato dagli annosi problemi di agibilità ed è stato utilizzato grazie ad una deroga fino ad Aprile di quest’anno.
di Antonio Baldassarre