La città di Manfredonia non potrà mai essere risarcita del danno provocato dall’azienda di Stato che qualcuno ha deciso di installarci sotto casa. Nessuno dei responsabili ha pagato per le scelte sbagliate e le ferite inferte alla salute, al futuro e alla dignità di una città che doveva beneficiare di un disegno diverso rispetto a quello abbozzato e poi realizzato da mani e menti prive di coscienza verso il suo simile ed il creato. Di questo ne parleranno i figli dei nostri figli e purtroppo non per raccontare una brutta storia dei tempi dei nostri padri, ma per gestire il loro presente e futuro. Ciò che è sepolto ai piedi del territorio di Monte Sant’Angelo, a poca distanza dalla città di Manfredi, potrà essere veramente bonificato solo con una grandissima opera ingegneristica che non sappiamo se oggi esiste. Nel frattempo, quell’azienda petrolchimica che nel 1968 con il nome Anic s’insediò sulle nostre coste, oggi ha cambiato veste e nome. Oggi si chiama Eni Rewind: una società ambientale del gruppo Eni. Dicono di lavorare secondo i principi dell’economia circolare per valorizzare i terreni industriali e i rifiuti attraverso progetti di bonifica e di recupero efficiente e sostenibile. Dicono di fondare il loro lavoro sulla passione, le competenze e la ricerca tecnologica per rigenerare i suoli, le acque e le risorse recuperabili; credono nel dialogo e nell’integrazione con le comunità che li ospitano (che sono state obbligate ad ospitarli per una legge di Stato andando contro ogni vincolo naturale e legislativo). Fa venire i brividi sentire la voce dell’Amministratore Delegato Paolo Grossi quando spiega il senso del nuovo nome Eni-Rewind (rewind in inglese significa riavvolgere). “Riavvolgere il tempo ed avere l’opportunità di tornare idealmente indietro nel tempo con l’opportunità di mettere a frutto quello che abbiamo imparato e costruire con le comunità con cui lavoriamo, un’alternativa nuova che abbia una prospettiva sostenibile nel futuro. Quante volte abbiamo desiderato di avere una seconda opportunità…”. Parole che hanno il sapore di una farsa per noi, business per loro. Dal 1999 la Eni Rewind (già Syndial) ha speso, fino al 31 dicembre 2019, 260 milioni di euro e altri 20 sono stati stanziati per gli interventi di bonifica dei suoli e delle falde dell’ex Enichem. Eni Rewind è proprietaria di 96 ettari (circa il 40% dell’estensione totale del SIN, pari a 216 ettari) che sono stati tutti caratterizzati, e di questi circa 65 sono svincolati da iter di bonifica; le restanti aree sono state tutte bonificate ad eccezione di 2,6 ettari interessati da contaminazione residua, mentre 7,2 ettari sono in attesa della certificazione di avvenuta bonifica. Nei primi 13 anni di esercizio (al 31/12/2019) sono stati estratti e trattati circa 14 milioni di metri cubi di acque. La Regione Puglia con il Ministero dell’Ambiente investiranno altri 13,5 milioni di euro per la bonifica e il recupero delle acque inquinate delle discariche Pariti 1 e 2 e Conte di Troia, rientranti nel sito di bonifica di interesse nazionale di Manfredonia. Intervento che prevede anche l’attività d’indagine sulle acque della falda utilizzata per irrigare i terreni agricoli nella porzione di territorio di Monte Sant’Angelo prossima all’area industriale ex Enichem. Occorre ripetersi per non dimenticare l’assurdità di uno scempio ambientale di un territorio re-industrializzato, nonostante non ancora bonificato. Quante volte abbiamo desiderato di avere una seconda opportunità…
di Raffaele di Sabato
Aggiornamento stato della bonifica area Ex Enichem di Monte Sant’Angeloattività ambientali
nota Eni Rewind
Eni Rewind (già Syndial) è impegnata nella realizzazione degli interventi di bonifica dei suoli e della falda, nel rispetto della normativa vigente e dei progetti presentati agli enti competenti e dagli stessi autorizzati.
Eni Rewind è proprietaria di 96 ettari (circa il 40 % dell’estensione totale del SIN, pari a 216 ettari) che sono stati tutti caratterizzati, e di questi circa 65 sono svincolati da iter di bonifica; le restanti aree sono state tutte bonificate ad eccezione di 2,6 ettari interessate da contaminazione residua, mentre 7,2 ettari sono in attesa della certificazione di avvenuta bonifica.
Per le aree con contaminazione residuale nei terreni, di seguito si riporta lo stato di avanzamento:
Per le isole 9, 14, 16 e 17 i progetti operativi di bonifica sono stati ritenuti approvabili con prescrizioni a dicembre 2017 e i decreti sono stati emessi ad aprile 2019. Di conseguenza:
1) per le isole 9 e 17, a seguito del completamento dell’ingegneria esecutiva e delle gare d’appalto, sono state acquisite le autorizzazioni locali (cosi detto permitting di 2° livello) e sono stati avviati i lavori di bonifica. Tali lavori, sospesi a seguito dell’emissione del DPCM 22 marzo legato all’emergenza sanitaria – previa messa in sicurezza e relativa comunicazione agli Enti – sono ripresi nel mese di maggio 2020;
2) per le isole 14 e 16, a seguito del completamento dell’ingegneria esecutiva e delle gare d’appalto, è in fase di predisposizione la documentazione per la richiesta del permitting di 2° livello.
Con riferimento all’Isola 5, il progetto operativo di bonifica è stato ritenuto approvabile e il decreto è stato emesso nel mese di maggio 2020. Pertanto, è in corso l’assegnazione dell’ingegneria esecutiva come prima fase delle attività autorizzate.
Relativamente all’Isola 15, sono completate le indagini integrative richieste dalla conferenza di servizi, a seguito delle quali, Eni Rewind ha trasmesso nel febbraio 2020 il report dell’attività di caratterizzazione eseguita, nel corso della quale non è stato rilevato alcun superamento dei limiti di legge. Siamo in attesa della validazione da parte di Arpa per procedere con la revisione dell’Analisi di Rischio e del POB (Progetto Operativo di Bonifica) come richiesto dal Ministero dell’Ambiente.
Per quanto riguarda la matrice falda, il sistema di bonifica è già attivo dal 2006 e la sua efficacia ed efficienza sono confermate dai periodici monitoraggi comunicati agli Enti competenti. Si ricorda che nei primi 13 anni di esercizio (al 31/12/2019) sono stati estratti e trattati circa 14 milioni di metri cubi di acque. Sono inoltre in corso di esecuzione i lavori previsti dal progetto di Variante, autorizzato con Decreto del Ministero dell’Ambiente il 10 aprile 2019. In particolare, sono state completate le fasi di ingegneria esecutiva, procurement (gare d’appalto) e acquisizione del permitting; sono in corso le forniture (oggi eseguite all’80 %) per la realizzazione del revamping (revisione e ristrutturazione) dell’impianto di Trattamento acque di Falda e della barriera idraulica, oggi al 40 %. Si evidenzia che anche questo intervento è ripreso nel mese corrente, a seguito di sospensione, previa messa in sicurezza, legata all’emergenza sanitaria e comunicata agli Enti. Come previsto dal progetto autorizzato, è in corso la realizzazione dell’impianto di bonifica (prova pilota) con tecnologia innovativa GCW (pozzi a ricircolo) in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
La storia dei risarcimenti per il disastro ambientale Enichem… assurdo