Martedì 19 Novembre 2024

Elena Gentile (PD), Asl Foggia: la montagna ha partorito, ma cosa?

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Il 2 maggio scorso il Presidente della Regione Puglia ha inviato a tutte le Asl provinciali le linee guida cui attenersi per fare in modo che, a partire dal 4 maggio successivo, si avviasse il percorso di graduale riapertura in massima sicurezza delle attività sanitarie.

 

Era una buona notizia, che presupponeva – anche dalla Asl Foggia – una celere e concreta risposta sul territorio. Invece nulla, inerzia assoluta, mentre l’insofferenza che rafforza la paura e genera malessere sociale montava in tanti, salvo gli utili idioti. Qualcuno l’ha pure esternata, ma si è beccata gli insulti.

 

Anche alla luce delle linee guida regionali, la costruzione delle condizioni organizzative e di sicurezza per la ripresa di tutte le attività dei servizi sanitari, nessuna esclusa, era un atto dovuto alla comunità di questo territorio, ma in primo luogo ai tantissimi pazienti in sofferenza, soprattutto cronici.

 

Ed anche agli operatori sanitari tutti, medici ospedalieri e medici di medicina generale, pediatri, farmacisti, infermieri, tecnici, operatori socio sanitari, del 118 ed ausiliari, che attendevano, e attendono ancora di essere messi nelle condizioni di riprendere in tutta sicurezza il proprio lavoro, sia con i test diagnostici, sia

usufruendo degli strumenti di protezione individuali.

E invece sono passati venti giorni venti per sapere da un comunicato stampa da “libro cuore” di Vito Piazzolla che dopo questa lunghissima gestazione la montagna nemmeno il topolino di Esopo ha partorito.

 

C’è da chiedersi: Vito Piazzolla è mai uscito dalla sua burocratica torre di avorio, è mai entrato in un ambulatorio, ha mai incrociato gli sguardi della paura e del dolore? Si è reso conto che la maggioranza dei pazienti che hanno bisogno di cure, soprattutto cronici, è costituita da persone fragili perché in difficoltà?

 

Com’è possibile pretendere che quelle persone possano avere dimestichezza con le tecnologie informatiche?

 

Le tecnologie vanno bene per chi le sa usare, per tutti gli altri servono i Centri Unici di Prenotazione, che bisogna al più presto mettere nelle condizioni di essere riaperti, spalmandone gli sportelli presso tutte le sedi utili a disposizione della Asl. E, così come per le visite e gli esami diagnostici, la cui apertura straordinaria per tutta la settimana, e fino a sera inoltrata, è stata già sperimentata con successo nel 2014 (da chi lo sanno tutti), bisognerà prevedere l’apertura dei CUP anche nelle ore serali e post serali.

 

Del resto, come operare lo smaltimento di liste di attesa spaventose ce lo stanno dimostrando gli staff tecnici e i Direttori Generali dell’Asl e del Policlinico di Bari, basta copiare loro, almeno questo

è lecito chiederlo?

Ne riporto, copiandole, alcune a titolo di esempio:

 

  • presso strutture ospedaliere e poliambulatori apertura e fornitura dei servizi di visita e diagnostici dal lunedì al sabato, dalle ore 08 alle ore 20,00 (dipendesse da me, previo accordo sindacale e sacrosanta remunerazione adeguata, aprirei anche alla domenica mattina e dopo le ore 20, fino a mezzanotte, in estate si può);

 

  • attivazione di un sistema di pagamento del ticket, anche in contanti, oltre che con carta di credito o conto corrente, previa convenzione con sportelli bancari, ricevitorie, tabaccai e supermercati;

 

Questo avrebbe dovuto fare Vito Piazzolla. Si sarebbe risparmiata la non edificante figura, dopo la giusta levata di scudi dei medici e pediatri di base e dei farmacisti, di correre ai ripari con una seconda comunicazione, con la quale sono state revocate le stravaganti incombenze della prenotazione diretta di visite e prestazioni specialistiche a carico dei medici di medicina generale e dei farmacisti, previste nella precedente stesura, senza che nulla fosse stato almeno discusso con le associazioni dei medici di famiglia o con quelle dei farmacisti.

 

La situazione è grave ma non è seria, avrebbe detto Ennio Flaiano. Chi, come noi, ha letto il comunicato stampa, vi ha trovato troppi se, troppi ma, troppi tentativi di mettere le mani avanti per non cadere. Sia detto con la massima chiarezza: abbiamo auspicato con tanta forza la fase due dell’epidemia che non permetteremo a nessuno il “go and stop”, o peggio ancora che si faccia ammuina. Le linee guida della Regione sono disponibili dal 2 maggio scorso, è tempo che siano applicate come si deve, non a spizzico e mollica, ma senza se e senza ma.

 

I cittadini, lo so perché li sento, e sono tanti, hanno sempre collaborato, e intendono continuare a farlo. Purché chi deve la smetta di abusare della loro pazienza. E decida finalmente di togliere il disturbo

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Comunicati · News

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