Riceviamo e pubblichiamo
Prima di parlare di riforma, serve fare una breve riflessione su chi e come ha gestito la sanità in Italia negli ultimi trent’ anni. Di coloro che oggi fanno di tutto per apparire come i salvatori della Patria, ma di fatto hanno mal gestito sia in passato e continuano a mal gestire, maggiormente nell’emergenza Coronavirus, non avevano e hanno affatto la situazione sotto controllo. Hanno devastato e continuano a devastare la sanità pubblica italiana. Il primo grave errore in questa pandemia è stato senza alcun dubbio quello di sottovalutare la situazione, che era obiettivamente prevedibile per chi o coloro che gestisce la sanità. Si dovevano proteggere innanzitutto gli ospedali e il personale medico e paramedico. Se un ospedale si infetta non è più in grado di curare non solo i pazienti affetti da Coronavirus, ma anche i malati di tumore, i cardiopatici, e tutti coloro che hanno bisogno di cure specifiche. L’Italia ha avuto tantissimi morti per Coronavirus, perché i tagli alla sanità in trent’anni sono stati deleteri. Inutile negarlo nascondendo la testa sotto la sabbia: in Italia gli ospedali soprattutto al Sud sono stati svuotati di personale e strumentazioni. I nostri padri Costituenti auspicavano una sanità pubblica, di alta qualità e gratuita per tutti. A questo bisogna ritornare dopo la fine dell’emergenza Covid-19. Occorre restituire centralità e omogeneità al Sistema Sanitario Nazionale, al fine di recuperare una visione di insieme, superando così l’attuale frammentazione in cui versano i servizi sanitari regionali. Con una direzione nazionale il servizio sanitario pubblico potrà rispondere in maniera più adeguata ai princìpi di universalità, di uguaglianza e di globalità degli interventi. Bisogna giocoforza ridefinite le competenze Stato-Regioni, fissare specifiche linee guida nazionali. Servirà necessariamente intervenire per colmare il grande divario tra Nord e Sud e rivedere i contributi pubblici concessi ai privati. Il Servizio Sanitario Pubblico resta, per qualità ed efficacia delle prestazioni , tra i migliori al mondo. Ma gli indicatori qualitativi e quantitativi dei servizi Sanitari Regionali, descrive un sistema con molte disuguaglianze ed inefficienze. Differenze che spiegano, ad esempio la mobilità passiva, cioè flussi di mobilità sanitaria diretti, prevalentemente, dal Sud verso le Regioni del Nord. La decrescita degli investimenti inoltre ha rallentato l’ammodernamento delle apparecchiature mediche ed aumentato il degrado delle infrastrutture, che è mediamente maggiore al Sud rispetto al Nord, con ricadute soprattutto sulla qualità delle cure.Il nostro Paese ha dimezzato i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, passati da 575 ogni 100 mila abitanti ai 275 attuali. Un taglio del 50% iniziato progressivamente dal 1997 al 2015, che ci porta in fondo alla classifica europea. La sanità pubblica nazionale ha perso, tra il 2009 e il 2017, più di 46 mila unità di personale dipendente: 8.000 medici e più di 13.000 infermieri. La pandemia ha evidenziato che favorire la sanità privata a discapito di quella pubblica è stato il più grande errore che si potesse commettere, un errore che oggi paghiamo a caro prezzo. Il bilancio della sanità italiana è di circa trecento miliardi l’anno. Se fossero spesi per la sanità pubblica ci sarebbe un eccellente sanità, purtroppo oltre cento miliardi vanno alla sanità privata. Ritengo che in una democrazia di matrice solidaristico sociale come dovrebbe essere la nostra non si possano dare tutti questi contributi economici a chi realizza profitto con la salute. La politica è la principale responsabile di questo decadimento morale. La sanità privata non può e non deve essere finanziata con i soldi pubblici. E’ necessario evitare di andare verso la privatizzazione della sanità per cui diventa fondamentale iniziare un percorso di ricerca per approfondire le cause dello squilibrio del Servizio Sanitario Nazionale a favore del privato, completare e precisare il quadro riferito agli erogatori privati, indagare le prospettive future di tale orientamento e i rischi per i cittadini. La salute è come l’aria che respiriamo, non abbiamo mai l’idea del suo valore fino a quando la perdiamo e in questi giorni bui ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante.
Un infermiere
Errare è umano,perseverare è diabolico:con lo sfascio della sanità nazionale si sono creati tanti feudatari incompetenti del soggetto,ma che hanno mangiato e mangiano a ganasce piene con i loro servitori sfaticati e ignoranti anch’essi.