Da quasi due settimane è finito il lockdown che ci obbligava a restare a casa e non incontrare nessuno per evitare di diffondere il virus che negli ultimi due mesi ha falciato tante vite umane, ma anche tanto lavoro e tanta della vita sociale alla quale eravamo abituati.
Purtroppo questo periodo, chiamiamolo così, di riflessione, che ci aspettavamo ci facesse uscire dalle nostre case più consapevoli, più attenti e più rispettosi di quello che ci circonda del quale siamo stati privati per tanto tempo, non ci ha insegnato nulla.
E, infatti, i rifiuti sono tornati, come le persone, a popolare le nostre strade e tutti quei posti che sono serviti in questi giorni per sostituire le pizzerie e i bar ancora chiusi.
La scogliera dell’Acqua di Cristo, le panchine della pineta di Siponto e tanti altri luoghi, vengono, oggi più di prima, usati per consumare pizza e birra, e lì adesso giacciono bottiglie e rifiuti di ogni genere, impilate e imbustate con cura, come se questo rendesse meno grave il loro abbandono.
Purtroppo, a parte l’inciviltà di chi abbandona questi rifiuti che potrebbe benissimo portare a casa, questo modo di socializzare sarà sempre più diffuso, visto che ristoranti e pizzerie potranno contenere un numero limitato di avventori.
Sarebbe il caso, quindi, non solo di darsi un’autoregolata, ovvero abituarsi finalmente a portare con sé i rifiuti prodotti dopo una “pizzata” con gli amici, ma anche di sistemare un numero maggiore, e con maggior capienza, di cestini porta rifiuti, nella speranza che i rifiuti non vengano sparpagliati sulle strade o peggio ancora in mare.
Un mese fa ammiravamo la nostra città, sì deserta e triste, ma pulita e senza rifiuti per strada, adesso la vita è tornata, per fortuna, e con lei anche i rifiuti. Nulla è cambiato.
Mariantonietta Di Sabato