Lunedì 4 Novembre 2024

Fase 2: Liberi tutti?

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Dal 4 maggio scorso è partita la cosiddetta Fase 2. A Manfredonia, come nel resto d’Italia, molte attività sono ripartite e in tanti hanno cominciato ad uscire ed affollare i luoghi di passeggio, come il corso e il porto turistico, e i ragazzini hanno ricominciato a giocare per le strade. Tutti con le mascherine, certo, ma con poca distanza di sicurezza. Eppure il decreto del 26 aprile parla chiaro quando dice che “Si può uscire dal proprio domicilio solo per andare al lavoro, per motivi di salute, per necessità (il decreto include in tale ipotesi quella di visita ai congiunti), o per svolgere attività sportiva o motoria all’aperto. Pertanto, le passeggiate sono ammesse solo se strettamente necessarie a realizzare uno spostamento giustificato da uno dei motivi appena indicati”. Non a caso quest’ultimo decreto è stato denominato #RestiamoADistanza e non #andiamodovecipare. La distanza e l’isolamento sono precauzioni da osservare finché non saremo sicuri della possibilità di una cura o di un vaccino che ci protegga. Riguardo alle cure e agli studi in cui tutti i ricercatori del mondo sono impegnati in questo momento, negli ultimi giorni si parla molto di “plasmaferesi”, ovvero ricavare gli anticorpi dal sangue dei soggetti guariti dal Covid 19 e trasferirlo nei soggetti malati, come possibile cura. Poiché sui social girano tante cure possibili per frenare l’epidemia, abbiamo pensato di interpellare il dott. Paolo Aulisa, specializzato in chirurgia d’emergenza, che lavora presso l’Ospedale Maggiore di Cremona, tra i luoghi in Italia più colpiti dall’epidemia, per chiedergli l’effettiva valenza di questa possibile cura. E lui con la sua consueta disponibilità ci ha risposto così: “Sappiamo tutti che chi contrae una malattia poi sviluppa anticorpi nel siero. E anche in questo caso sta succedendo. Tanti sono i donatori di plasma che mi risulta venga utilizzato poi per i casi più critici. Pian pianino abbiamo cominciato a conoscere, affrontare e studiare questo virus con le sue caratteristiche. Sono stati utilizzati numerosi farmaci sulla scorta dei risultati che si avevano sul campo, ma anche sulla base dei riscontri autoptici che facevano capire man mano cosa poteva tornare utile e cosa sembrava un po’ più efficace in termini di presidi terapeutici. Una medicina certa e universale contro questa pandemia non esiste ancora, non bisogna essere presuntuosi sotto questo aspetto e non sminuire gli scienziati di tutto il mondo che si stanno adoperando in questo senso. Il plasma di tanti di questi pazienti possiede sicuramente anticorpi utili nei casi più gravi, ma sono troppe le cose che ancora non si conoscono in termini d’immunità, di durata della stessa. Stiamo andando bene e questo sicuramente è dovuto al distanziamento sociale imposto dal governo che ha portato ad un rallentamento della diffusione del contagio, consentendoci di dedicare più tempo e pertanto una migliore assistenza ai nostri pazienti. Fare dietrologia perché ne parlano tanto in tv e abbassare il livello di guardia sarebbe l’errore più grande che potremmo commettere, perché potrebbe essere imperdonabile. Ecco questo è l’aspetto che va considerato più di tutto. Non abbassiamo il livello di guardia. Quello che mi preoccupa personalmente è vedere che si vuole ritornare allo status quo ante come se nulla fosse successo o come se già fosse tutto risolto, purtroppo non è così. Parlano tutti del vaccino ma io mi chiedo: potrà tutto il mondo beneficiarne?” Quindi, continuiamo a restare a casa e se usciamo per necessità #RestiamoADistanza.

Mariantonietta di Sabato

Foto di Francesco Armillotta

Foto di Pasquale di Bari

 

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