Dopo 50 giorni di quasi totale assenza di persone in strada, non solo le piante spontanee crescono liberamente negli anfratti dei marciapiedi donandoci segni di primavera con i loro fiori, ma l’aria è più pulita, e anche la nostra città è più pulita. Quelle poche strade che ci è permesso frequentare, ma soprattutto il corso e le piazze, sono pulitissime, questa è una cosa che salta davvero all’occhio come “strana” a chi di solito nota questi “particolari”. È vero, diranno tanti, nessuno esce e quindi nessuno sporca e gli operatori ecologici continuano a pulire; ma facciamoci caso, quando usciremo ancora per spesa o altre necessità, a quanto sono belle le strade pulite, sgombre di cartacce, lattine, bottiglie e qualsiasi rifiuto che siamo soliti trovare a terra lungo il nostro cammino. Certo, sarebbe magnifico se fossero sempre così. Ma c’è qualcosa in questo periodo che ci fa pensare che forse dovremmo goderci adesso queste strade pulite, perché chi le sporca è soltanto chiuso in casa e, probabilmente, non si è redento. Il fenomeno del momento, infatti, è quello dei guanti di lattice abbandonati dove capita, in genere nei parcheggi dei supermercati o per strada. È questo un gesto davvero sconsiderato, compiuto da chi pensa di essersi protetto, e quindi si sente autorizzato a liberarsi di qualcosa di infetto gettandolo a terra dove capita. A parte il fatto che se i guanti fossero infetti potrebbero mettere a rischio gli operatori ecologici che devono raccattarli, questi rifiuti, oltre a compromettere il decoro urbano sono altamente inquinanti. Se non venissero raccolti o se questi guanti andassero a finire nelle griglie di raccolta della fogna bianca, il primo acquazzone li porterebbe direttamente in mare causando gravi problemi, visto che non sono assolutamente biodegradabili. Gettare a terra questo materiale, dunque, è un grave gesto di inciviltà. Una volta tolti e rovesciati, i guanti possono essere gettati nei cestini più vicini oppure, se non si trova un cestino, messi in un sacchetto, portati a casa e smaltiti nell’indifferenziata, come stabilito dalle norme emanate dal Ministero della Salute. Stessa cosa vale per le mascherine. Dopotutto è quello che si dovrebbe fare con qualsiasi rifiuto, comprese le deiezioni canine. La città pulita dovrebbe essere uno dei cambiamenti positivi che questo periodo di reclusione può lasciarci come eredità, ma toccherà a noi comportarci in modo da mantenerla pulita.
di Mariantonietta Di Sabato