L’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Covid-19 sta facendo emergere l’inadeguatezza dei vertici dell’Asl Foggia, soprattutto del suo direttore generale, Vito Piazzolla del quale da mesi ‘si sono perse le tracce’. Non ci esprimiamo sulla posizione di Vitangelo Dattoli che, quantomeno, qualche decisione la prende, giusta o sbagliata che sia.
Il nostro Focus invece è sulla situazione di Manfredonia, troppo incerta anche solo considerando i comunicati ufficiali degli enti preposti.
Ad oggi cosa sappiamo? I documenti ufficiali cosa riportano?
L’ultimo comunicato stampa del C.O.C.(Centro Operativo Comunale) di Protezione Civile di Manfredonia, preposto alla gestione dell’emergenza COVID-19 riporta i dati del 25 aprile u.s. e indica 45 persone in Isolamento Fiduciario/Quarantena/Ricovero di cui 15 positivi. Benissimo, una situazione più che rosea, se rapportata alla popolazione la quale, lo sottolineiamo, si sta comportando egregiamente e più di quello che fa probabilmente non può fare.
Poi c’è il Bollettino epidemiologico emesso giornalmente dalla Regione Puglia. Analizzando quello relativo al 25 aprile iniziano a sorgere i primi dubbi. Nella grafica, infatti, Manfredonia viene riportata nel range “21-50” casi attualmente positivi. Emerge una evidente discrepanza sui numeri.
Dov’è la verità? Sia chiaro a tutti che la nostra battaglia è sulla trasparenza dei numeri e sulla loro congruità. È ovvio e va da sé che cambia poco sapere se la difformità è di poche unità, il punto non è questo.
Quello che ci interessa è capire se l’Autorità Sanitaria si stia davvero interessando alla situazione del territorio che gestisce. Un territorio che, in virtù di scelte miopi e scellerate, è stato penalizzato con il graduale depotenziamento dell’Ospedale San Camillo di Manfredonia. Una scelta che ricade come una mannaia sulla popolazione sipontina, esposta ad un pegno troppo alto per le decisioni prese a Bari e messe in atto con precisione ‘chirurgica’ dai funzionari locali competenti, senza batter ciglio.
Non sono di conforto le notizie che leggiamo. Oggi, martedì 28 aprile, la provincia di Foggia registra ben il 70% dei casi regionali (15 positivi su 22 totali). Ci sono anche casi paradossali, riportati dalla stampa. Come i tamponi per i congiunti del cittadino di Manfredonia, deceduto la settimana scorsa e catalogato come Covid-19. Per questo esame, i familiari hanno dovuto raggiungere San Marco in Lamis. Non Le sembra che questa mobilità sul territorio possa generare un ulteriore pericolo per la situazione sanitaria?
Egregio Dottor Piazzolla, siamo latori di tanti quesiti che tutta la comunità di Manfredonia desidera farLe e La preghiamo di rispondere. Se Lei non può perché in “tutt’altre faccende affaccendato” ci indichi a chi possiamo rivolgerci: al coordinamento per l’emergenza Coronavirus del San Camillo de Lellis? O al locale S.I.S.P. (Servizio Igiene e Sanità Pubblica)?
Sappiamo che a Manfredonia non è possibile effettuare tamponi per tutti. Perché si deve arrivare fino a San Marco in Lamis per uno dei test più necessari per la gestione dell’emergenza Coronavirus, al momento l’unico esame disponibile per spezzare le ‘catene di contagio’?
Corrisponde a verità che a Manfredonia, data la carenza di kit, è possibile effettuare il tampone solo per gli asintomatici, mentre tutti gli altri (compresi i parenti dei casi positivi) devono recarsi a San Marco in Lamis, uno dei comuni più colpiti dall’epidemia ed epicentro di un focolaio acclarato, con tutti i rischi che ne conseguono?
L’Asl Foggia chiarisca ai cittadini che è chiamata a difendere sul piano sanitario diverse questioni tuttora aperte: quali sono le procedure messe in atto dagli Uffici di Igiene in caso di sospetto Coronavirus? Sottoporsi al tampone è un obbligo (per il paziente in esame e i suoi contatti) o si tratta di una scelta discrezionale?
Egregio Dottor Piazzolla, in buona sostanza quello che Le vogliamo dire è che il suo ruolo Le impone ben altri comportamenti: in questi lunghi mesi di epidemia non Le abbiamo sentito dire una parola riguardo la situazione sanitaria del territorio di competenza dell’Asl da Lei diretta. Delibere e determine appaiono e scompaiono e al cittadino di Manfredonia resta una sola certezza: essere trattato da “figlio di un dio minore”, rispetto ad altri conterranei.
Egregio Dottor Piazzolla, la Fase 2 dell’emergenza sanitaria Covid-19 si avvicina a grandi passi ed è arrivato il momento di mettersi al fianco dei cittadini, illustrando il modo migliore per affrontare e gestire la situazione, visto che tanto dipenderà dai comportamenti virtuosi che saremo in grado di adottare. O dobbiamo pensare che a Lei non interessa perché è “figlio di un dio maggiore”?
Attendiamo risposte, con l’auspicio che stavolta arrivino per davvero.
Coordinatrice Territoriale Cittadinanzattiva
Avv. Eleonora Pellico |
Referente Rete Tribunale per i Diritti del Malato
Avv. Pasquale Pietro Aulisa
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