Dall’inizio del 2020 l’intero pianeta sta lottando contro un nemico invisibile. Questi è un virus etichettato Covid-19 che in appena tre mesi ha colpito interi continenti provocando morte e contagio. Una vera e propria pandemia che, nonostante gli sforzi di scienziati, migliaia di operatori sanitari e l’impegno dei vari Stati, non si è riusciti ancora a fermare. Coloro che fino a ieri, pur nella consapevolezza di aver prodotto danni irreversibili, per aver dato sfogo ad una insaziabile sete di profitto facendo scempio del nostro pianeta per averne modificato l’ecosistema, provocando l’inquinamento dell’aria, del mare, con conseguente effetto serra, il surriscaldamento delle acque, lo scioglimento dei ghiacciai, la deforestazione di milioni di ettari di terreno, con malcelato cinismo, nascondendosi dietro la maschera dell’ipocrisia, oggi si chiedono il perché di questa immane sciagura che, lo ripetiamo, oltre a seminare morti in tutto il mondo, ha messo in ginocchio l’economia globale. Evidentemente la storia non ha insegnato nulla. ci si è dimenticati delle pandemie registratesi negli ultimi quattro secoli, a partire dal 1720 con la peste nera, 1820 (colera) 1920 (spagnola), fino al 2020 con il covid-19. Molte le teorie e le stravaganze partorite dai vari mezzi d’informazione, dai social per dare una spiegazione plausibile a tali accadimenti, pur sapendo che ciclicamente si sono ripetuti nei secoli, anche se potrebbero definirsi corsi e ricorsi storici, come nella interpretazione dal grande filosofo e pensatore del ‘600, Giambattista Vico:il quale sosteneva che “Pur nel cambiamento delle situazioni e dei comportamenti storici, l’uomo è sempre uguale a se stesso. Ciò che si presenta di nuovo nella storia, per analogia, è solo paragonabile a ciò che si è manifestato”. E la storia si ripete. Oggi l’Umanità sta vivendo un altro dramma simile ai Casualità, segno premonitore o maledizione? Non sta a noi darne la definizione. Comunque, un fatto è certo, con una cadenza che ha dell’inverosimile, gli eventi calamitosi si sono verificati a distanza di un secolo l’uno dall’altro. Come accennato, il 1720, ed esattamente il giorno 25 di maggio la comparsa della peste nera, o di Marsiglia. L’origine il Grand-Saint-Antoine, una nave proveniente da una regione della Siria, che attraccò a Marsiglia. carica di tessuti e batuffoli di cotone, infettati da “bacilli di Yersin”. Le cause, del diffondersi della peste, furono dovute alle gravi negligenze, per la non osservanza dei regolamenti molto rigorosi in materia di quarantena per i passeggeri e per le merci, I quartieri degradati e più antichi furono i più colpiti; La peste si diffuse molto rapidamente in città, dove causò 40.000 vittime su 90.000 abitanti, a cui si sommarono le oltre 120.000 vittime in Provenza, su una popolazione di circa 400.000 abitanti..Un altro cataclisma di natura epidemica colpisce il pianeta, il colera. Si affaccia per la prima volta in Europa e in Italia nel XIX sec. Malattia che ha avuto un impatto senza precedenti tra le popolazioni di tutta Europa. Il colera nasce in India. Nel 1817 esce dai confini storici per propagarsi sul resto del globo. La sua diffusione ha origine dallo sviluppo dei traffici commerciali nel frattempo cresciuti in modo esponenziale. Il colera in Italia si ha nel luglio del 1835. Pare portato da alcuni contrabbandieri per via mare, provenienti dai territori d’oltralpe, entrati nel Regno di Sardegna, dopo aver forzato il cordone sanitario. A nulla valsero la realizzazione di ulteriori cordoni sanitari da parte del Governo piemontese, che, comunque, temporeggiò alcuni giorni prima di ammettere la presenza del contagio. Anche gli altri stati nazionali istituirono misure di quarantena, oltre ai cordoni marittimi e terrestri, fatta eccezione per il Lombardo Veneto. Anche questo evento causò migliaia di morti. Il XX sec. nasce all’insegna della crescita esponenziale della popolazione mondiale e con essa i moderni mezzi di trasporto che consentirono di spostarsi rapidamente da un capo all’altro del mondo, permettendo anche al virus di viaggiare velocemente, approdando in Europa e negli USA. Questa volta viene etichettato con in nome influenza“Spagnola”, definita la temibile di tutte le pandemie, ancora più grave perché sviluppatasi in concomitanza con la Grande Guerra, (1915/18). La “Spagnola”, chiamata così perché la prima a darne notizia fu la stampa, spagnola, in quanto la Spagna non era coinvolta nel conflitto mondiale e, pertanto non soggetta alla censura di guerra. Tale influenza, fu di una tale virulenza da contagiare circa mezzo miliardo di persone uccidendone almeno 25 milioni, anche se alcune stime parlano di 50-100 milioni di morti. Da una indagine è risultato che dal 3 al 6% della popolazione mondiale perse la vita. Un secolo dopo la terra riprende a tremare. Siamo agli inizi del 2020, esattamente dopo cento anni, un’altra terribile epidemia si abbatte sul pianeta, “battezzata” col nome di “Coronavirus o Covid-19. Nasce e si sviluppa in Cina che lo identifica quale virus di inaudita virulenza.. Con una velocità impressionante si espande sulla quasi totalità della Terra, producendo, ad oggi, circa 2milioni di contagi e oltre 150mila morti. (dati non aggiornati), al punto che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’11 marzo 2020 dichiara il Covid-19 una nuova pandemia. A farne le spese particolarmente l’Italia, seconda in termini di contagi e di decessi. Il settentrione. che ha pagato e continua a pagare il prezzo più alto, con la morte di un gran numero di anziani, operatori sanitari, tra medici (127), infermieri, forze dell’ordine, religiosi e volontari. Dall’inizio della pandemia in Italia, 175.925 i malati di covid-12 e 22.745 le vittime A questo proposito, sono in tanti a pensare che, se si fosse intervenuto con molto anticipo nella prevenzione, visto che si conosceva già la causa del contagio (Cina docet), si potevano evitare tanti morti. Stessa cosa si è verificata per gli altri Stati europei e gli USA, in particolare, che, in ritardo e un po’ a cuor leggero hanno preso sottogamba il problema, visto che ancora oggi sono in gravi difficoltà. L’America che sta vivendo il dramma maggiore, con il più alto tasso di contagiati, e circa 4mila morti. Il fatto più sconcertante, a margine di questo terribile evento, è l’aver appreso che la scrittrice Sylvia Browne,, proveniente da una famiglia di medium, nel 2012, un anno prima che morisse, scrisse insieme a Lindsay Harrison Profezie (in inglese End of Days), un libro dal sottotitolo:”Che cosa ci riserva il futuro“. Ed è proprio guardando nel futuro che l’autrice ha previsto, tra le altre cose, un’epidemia che tanto sembra ricordare l’attuale Coronavirus Notizia che in pochissimo tempo ha fatto il giro del mondo. Ne hanno parlato tutti i mezzi d’informazione, impazzando sul web e i social. Nella sua premonizione, la Browne sostiene che: “Entro il 2020 gireremo con mascherine e guanti per via di un’epidemia di polmonite. Mascherine chirurgiche, guanti di gomma e una patologia che attacca i canali bronchiali e sembra refrattaria a ogni tipo di cura”:Si legge ancora:“dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa,improvvisamente svanirà con la stessa velocità con cui è arrivata, tornerà all’attacco nuovamente dopo dieci anni, e poi scomparirà completamente. Fin qui la narrazione. Ora viene spontaneo chiedersi quanto di vero possa esserci in questa “profezia”. Visto l’evolversi dei fatti, pare l’abbia azzeccato. Intanto stando alle ultime informazioni, la pandemia è in notevole fase di decrescita e questo ci rincuora. Continuano incessanti le suppliche di Papa Francesco. Anche questa mattina, Giornata della Divina Misericordia, nell’antica Chiesa di S. Spirito in Sassia, a pochi passi dal Vaticano durante la celebrazione dell’Eucarestia Egli ha impetrato grazie a nostro Signore Gesù Cristo perché cessi la pandemia per ricostruire il mondo senza lasciare nessuno indietro. Intanto si continua senza sosta a cercare di arginare il diffondersi del virus. Encomiabili, come sempre, i medici, infermieri, volontari, Forze dell’ordine, Croce Rossa Italiana, volontari, religiosi che stoicamente rischiano quotidianamente la propria vita per salvarne altre. A loro il popolo italiano esprime eterna gratitudine. Alla politica l’invito disperato alla coesione, perché, superato questo terribile momento, la Nazione possa risorgere dalle macerie e prosperare restituendo al popolo italiano dignità, serenità e benessere. Insieme, all’ombra del tricolore dobbiamo poter gridare al mondo: Ce l’abbiamo fatta.
Matteo di Sabato