Mai mi sarei immaginato di dover scrivere un comunicato alle 22 di sera del 15 aprile 2020, in piena emergenza coronavirus, per parlare di un episodio sgradevole che riguarda la Comunità dei Sindaci in seno al Parco Nazionale del Gargano. E mi scuso anche che lo faccio in questo momento difficile per tutti ma è giusto che la gente deve sapere. La mia coscienza ed il mio dovere mi impongono come sempre di essere trasparente ed onesto nei confronti delle nostre popolazioni. Ma veniamo ai fatti: mi è stata notificata la convocazione di videoconferenza per una comunità dei Sindaci del Parco per il 15 aprile 2020, alle ore 16,30 su piattaforma digitale. Nell’ordine del giorno c’era il rinnovo delle cariche in seno al consiglio direttivo del Parco stesso, in particolare la nomina dei 4 membri scelti dalla comunità dei Sindaci. Nei gironi scorsi, contattato telefonicamente, dichiarai che mi sembrava inopportuno fare una scelta del genere in questo particolare momento ma che sarebbe stato meglio posticipare questa discussione (che dovrebbe coinvolgere i 17 sindaci dei comuni del Parco e non le segreterie di partito) a fine emergenza, atteso che sicuramente bisognava aprire una discussione approfondita su quanto fatto dagli uscenti ed individuare, possibilmente senza rotture né condizionamenti della politica di parte, le personalità più condivise per il nuovo mandato. Ricordo a tutti, che il Parco Nazionale del Gargano è una Istituzione della nostra Repubblica e la Comunità dei Sindaci è il meccanismo di rappresentanza di tutti i comuni del Parco stesso. Ingenuamente non avevo capito che c’era una trappola da parte della componente dei sindaci che fanno riferimento al Pd della Provincia di Foggia. Ho cercato in tutti i modi di convincere i colleghi Sindaci di sottoscrivere un documento condiviso, nel quale si confermassero i 4 uscenti per dare continuità alla Comunità e riconvocarci a fine ottobre, a termine dell’emergenza Covid per approfondire la questione dei 4 membri in seno al direttivo del parco. Abbiamo discusso 4 ore, ripeto 4 ore, e in almeno 4 occasioni ho supplicato il presidente della comunità dei Sindaci di non farci votare con voto palese, per 2 motivi: 1 perché la piattaforma digitale ha avuto problemi tecnici ripetutamente, 2 perché il voto dovesse essere segreto per evitare rotture insanabili. Tengo a precisare che sono stato il primo a dichiarare apertamente CHE NON ERO INTERESSATO A NESSUN INCARICO E NESSUNA POLTRONA. Tutti i miei tentativi e quelli similari di altri colleghi non hanno sortito effetto, così il presidente-marionetta della comunità (uomo del PD) ha pensato di forzare la mano e anche se non ha accordato pause di riflessione a chi come il sottoscritto le ha chieste, ha imposto di votare palesemente dopo però 3 minuti per fare la “pipì”. Abbiamo dovuto constatare che la “pipì” è durata 25 minuti, perché la marionetta e i suoi colleghi PD dovevano chiarire la questione con il partito. Vi chiederete “Come fai a dire questo?” Ve lo spiego subito. Al momento della richiesta di disponibilità a candidarsi, in una prima fase erano venute fuori le candidature dei 4 uscenti (i sindaci di Cagnano Varano, Rignano Garganico, San Marco in Lamis, Vico del Gargano) e la nuova candidatura del Sindaco di San Nicandro Garganico. Nei famosi 3 minuti di cui vi parlavo sopra, mi permisi di telefonare al Sindaco di Cagnano chiedendogli di fare un passo indietro, di ritirare la sua candidatura, visto che è a scadenza di mandato come Sindaco e tra qualche mese nel suo Comune si voterà, visto che è da 4 anni al Parco, visto che per 2 anni ha fatto il Presidente del Parco, gli chiedevo un passo indietro e gli dicevo che così avrebbe dimostrato di avere grande maturità politica ed istituzionale ed avremmo garantito una unica mozione senza creare rotture. A questa mia richiesta il Sindaco di Cagnano mi risponde testualmente “Me lo ha chiesto il mio partito e non posso fare passi indietro, oltretutto mi devo ricandidare come sindaco a Cagnano e mi serve la visibilità del Parco”. Gli chiusi il telefono in faccia, sono rimasto profondamente deluso, avendo appurato che mentre il sottoscritto ed altri per 3 ore avevano lottato (senza interessi di poltrone) per creare armonia ed unione nel gruppo, c’era un disegno ben preciso da parte del PD di forzare la mano, … che ce ne frega dell’emergenza Covid, … che ce ne frega del Parco, a loro interessa solo il potere e gli interessi di parte. A quel punto telefonavo (sempre nei famosi 3 minuti, al Presidente facente funzione del PD in seno alla comunità), e ad alta voce gli chiedevo di intervenire, di rinviare, di fare qualcosa altrimenti mi sarei molto arrabbiato e avrei scoperto il vaso di Pandora. Figurati se il Sindaco di Carpino, anche egli del PD ascoltava la mia proposta, figurati se da Presidente si faceva carico di sedare gli animi (ovviamente nei 3 minuti, diventati poi 25, molti Sindaci hanno reclamato lamentando la scorrettezza del Presidente per la lunga attesa), lui rientra nella discussione e mette ai voti per eleggere A MAGGIORANZA, creando una spaccatura totale (per lui è già la seconda volta, anche alla sua elezione ci fu spaccatura). A questo punto come è il mio solito, in maniera CHIARA, FORTE, AD ALTA VOCE, HO ESTERNATO TUTTO IL MIO MALESSERE, la mia delusione, nel trovare inaccettabile che il PD utilizzasse il Parco per fare politica, che il Parco e la sua Comunità sono una cosa seria, pertanto non ho partecipato al voto ed ho abbandonato la seduta. A questa mia decisone di non partecipare al voto hanno aderito anche il sindaco delle Tremiti e di Ischitella che hanno palesemente manifestato anch’essi, il loro malessere per il clima che si era venuto a creare. Nel frattempo altri Sindaci hanno votato contro la linea del presidente e del PD, di fatto si è creato una spaccatura in seno alla comunità dei sindaci. Trovo vergognoso questo atteggiamento, tra l’altro è uno dei motivi per cui molte volte non ho partecipato alle riunioni del Parco, perché ormai mi è chiaro da anni che spesso quel luogo è solo spazio per fare politica, di fare interessi di parte e non delle comunità coinvolte, un modo che non ho mai condiviso. Mi sembrava opportuno e doveroso informare l’opinione pubblica, perché ho dovuto togliere 4 ore del mio impegno quotidiano al fianco della mia comunità in questo momento di emergenza, per assistere ad uno spettacolo indecoroso. Questo non è il modo di rappresentare le istituzioni. Questo modo non ci appartiene e la nostra Città, che seppur far parte dell’Ente Parco, non accetterà mai una conduzione della Comunità in questi termini. Per questi motivi, riprenderemo il percorso avviato nel 2018, per mettere in atto tutte le attività amministrative per rinegoziare il perimetro e le regole del Parco nella nostra città, affinché ci sia un Parco vero, reale, che arricchisca la nostra Comunità, che preservi il nostro paesaggio, che non sia solo un freno al nostro sviluppo economico, turistico, venatorio, ambientale o solo un carrozzone per i soldatini o trombati della politica. Appena possibile chiederò anche gli atti ufficiali della seduta odierna e della votazione al fine di verificare se tutto è stato fatto secondo norma. Nel frattempo Viva Apricena! Viva il Parco del Gargano, quello vero!! No alla politica nel Parco!!