La storica dell’arte e scrittrice Stefania Mola, nata a Napoli nel 1964, negli ultimi anni è diventata una delle più apprezzate studiose in grado di raccontare la terra pugliese. In una delle più significative pubblicazioni sulla nostra regione la studiosa dedica uno speciale spazio alla nostra città. Tempo fa su queste pagine parlammo di un capitolo del libro “Forse non tutti sanno che in Puglia…” dedicato a Siponto, la progenitrice di quella città che ancora oggi definiamo, appunto, ‘sipontina’. Il capitolo, che si intitola “…Siponto era detta la Ravenna del sud” non è il solo dedicato alla nostra città. Sfogliate poche pagine, infatti, si apre un altro interessante capitolo: “…Manfredonia è una storia incompiuta che fu il sogno di un re”. Nelle pagine del fortunato lavoro, venduto in tutta Italia, si raccontano le note vicende che, dopo l’abbandono di Siponto, portarono alla nascita di una nuova città voluta dal “biondo era e bello e di gentile aspetto” di cui ci parla Dante nella Divina Commedia, re Manfredi di Svevia. Il capitolo termina con una descrizione della nostra città che vogliamo condividere con i nostri lettori: “A guardarla dal mare Manfredonia è un susseguirsi di fughe prospettiche che sembrano terminare la loro corsa ai piedi del massiccio garganico incombente sul golfo, rivelando un ordinato reticolato di strade disposte secondo l’antico impianto a scacchiera nel quale trovano posto le casette bianche della gente comune insieme alle dimore dei signori, e poi ancora corti, slarghi, chiese e più di un relitto di quel Due-Trecento gotico in cui gli Angiò si diedero un gran da fare per erigere e dedicare, con committenze degne della corte di stanza a Napoli, chiese, cappelle e sacre immagini di cui il papa poteva essere estremamente soddisfatto”. La cartolina di una città, che speriamo possa presto risorgere.
di Giovanni Gatta