Martedì 19 Novembre 2024

Il gruppo regionale del Partito Democratico: “Poche mascherine e truffatori, subito una task force per i dpi made in Puglia”

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“Subito una task force regionale per coordinare la produzione locale di mascherine e tute, così evitiamo la loro carenza e riduciamo il rischio di speculazioni e truffe”. Lo dichiarano i consiglieri regionali del Partito Democratico – Paolo Campo, Michele Mazzarano, Filippo Caracciolo, Anita Maurodinoia, Fabiano Amati, Sergio Blasi, Ruggiero Mennea, Donato Pentassuglia – alla luce del fabbisogno giornaliero pugliese di dispositivi di protezione Individuale per gli operatori sanitari: 33.500 mascherine ffp3, 33.500 mascherine ffp2 e 21.350 tute.

“Mascherine e tute servono subito – proseguono – mentre gli ordinari tempi burocratici per la riconversione delle aziende pugliesi sono troppo lunghi. A questo serve la task force regionale attivabile con la costituzione di una Struttura di Progetto di cui al II co. dell’art. 7 del sistema pugliese ‘Maia’ (dgr  1518/2015)”.

“La struttura – spiegano i consiglieri regionali del Pd – avrà il compito, nel periodo temporale di esistenza, di assicurare unitarietà, omogeneità ed efficienza nella programmazione, gestione e sviluppo delle risorse tecniche, finanziarie e umane. In particolare della realizzazione, in concerto con i laboratori dei centri di ricerca Politecnico di Bari, Università di Bari, Università del Salento e Cetma, dei sispositivi di protezione individuale di cui agli artt. 15 e 16 del dl 18/2020 ‘Cura Italia’”.

“Tale struttura – continuano – potrà porre in essere le azioni utili e indispensabili all’approvvigionamento reperimento del materiale necessario allo strato intermedio (Tnt meltblown o equivalente) di difficile reperimento. E potrà promuovere gruppi d’acquisto locale che aggirino i problemi emersi sulle forniture di minimi quantitativi e sopperiscano alla scarsa liquidità delle aziende. “Infine, potrebbe garantire un canale protetto di distribuzione territoriale – concludono i consiglieri del Pd – così da non ingenerare dinamiche al ribasso dei prezzi di vendita che rischierebbero di aggravare il già precario equilibrio dei soggetti imprenditoriali coinvolti”.

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