Giovedì 21 Novembre 2024

Damiano Gelsomino lancia un SOS per il turismo in Capitanata: liquidità per le imprese per non gettare alle ortiche 10 anni di sviluppo

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Unioncamere Puglia ha pubblicato nei giorni scorsi una fotografia della consistenza del turismo nella nostra regione al 31 dicembre 2019, prima dello tsunami Covid 19. Uno studio che del settore prende in considerazione solo gli aspetti salienti, limitando l’analisi alle aziende dell’ospitalità e della ristorazione.

 

In Puglia alla fine dello scorso anno risultavano esserci 26.045 imprese con 110.804 addetti. Se a queste aziende si aggiungono anche solo una parte di quelle escluse dallo studio di Unioncamere Puglia, ma che sono parte fondamentale della filiera turistica, il numero di imprese di settore registrate presso la CCIAA di Foggia risultano essere 4560, con un numero di addetti pari a 17.706 unità. La ripartizione registra: 790 strutture ricettive con 4260 addetti; 3470 pubblici esercizi con 12114 dipendenti; 127 tra agenzie viaggi e tour operator con 247 addetti e 173 stabilimenti balneari con 1085 lavoratori.

Un numero significativo che contribuisce non poco all’equilibrio, già precario, dell’economia di Capitanata e che comunque non tiene conto di tutta un’altra serie di attività  economiche dell’indotto che sono parte integrante dell’economia turistica: dalle guide agli operatori dello spettacolo, dal noleggio mezzi di trasporto all’organizzazione eventi.

 

Come molti sanno il turismo in Puglia, e in provincia di Foggia ancor di più, risulta essere una delle voci principali dell’economia territoriale. Secondo l’ultimo report diffuso alla BIT di Milano, con circa 70 milioni di euro nel 2019 ha avuto una incidenza sul PIL complessivo della Puglia tra l’8,4 e il 9%; oltre a rappresentare forse l’elemento più importante nell’affermazione del brand Puglia, sfruttato con successo sui mercati da tutto il mondo produttivo.

 

Come evidenziato anche dallo studio Unioncamere sui bilanci delle società di settore depositati presso le CCIAA, negli ultimi due anni le imprese turistiche pugliesi hanno aumentato tanto gli investimenti che la spesa per fattori di produzione (compresa quella per il personale), con un incremento nelle immobilizzazioni che, grazie anche al clima di fiducia ed alle prospettive di crescita, ha portato con se un incremento dell’indebitamento e delle esposizioni bancarie. Una politica di sviluppo che ora corre il rischio di essere gettata alle ortiche, trascinata da una crisi che non tralascia nessuno ma che sembra colpire in modo più significativo il turismo  Per questo appare fondamentale che tutte le Istituzioni e gli Enti si raccordino quanto prima per mettere in campo misure straordinarie in grado di rispondere immediatamente alle difficoltà che il settore sta affrontando. Un settore che sta pagando un tributo altissimo alla crisi in atto e che senza misure e risposte adeguate corre il rischio di non riprendersi. Ora, con la chiusura pressochè totale delle aziende, con disdette nel comparto del’ospitalità che azzerano il fatturato almeno fino a giugno, c’è bisogno di immettere liquidità immediate nelle imprese. Un sostegno a questo riguardo potrebbe arrivare anche dalla Regione che dovrebbe studiare come offrire forme di garanzie reali al sistema creditizio per gli investimenti fatti dalle aziende. Una misura necessaria anche per la mancanza di un sistema bancario legato al territorio e pronto a supportare e dare fiducia agli imprenditori locali di settore.

Le risorse investite massicciamente e con successo negli anni scorsi in promozione corrono il rischio di diventare sperpero di denaro se non ci sarà un sistema dell’accoglienza e dei servizi ancora vivo e pronto ad ospitare turisti già a partire dalla prossima estate.

 

 

DAMIANO GELSOMINO

Presidente

CCIAA Foggia

Confcommercio Imprese per l’Italia Provincia di Foggia

 

 

 

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Comunicati · News

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