E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la terra
così come erano guariti loro.
Kathleen O’Meara
Dublino 1839 – Parigi 1888
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CHAPEAU COMPLIMENTI
Ispirata dai versi di Irene Vella, Kitty O’Meara (ex insegnante, scrittrice e assistente in cure palliative in ambito ospedaliero), ha voluto affidare la propria angoscia al potere della parola. Ne è scaturita una poesia intensa impregnata di speranza, da molti erroneamente attribuita alla poetessa irlandese Kathleen O’Meara.
Peccato che l’autrice non sia quella che dite, è stato scritta in questi giorni, girano diversi chiarimenti su questa poesia, che nulla toglie alla bellezza della stessa
Sembra attuale. Complimenti e grazie di avercela donata
Bellissimi versi.
Vorrei complimentarmi con Voi e ringraziarVi per il Vs.lavoro, per l’informazione puntuale che fornite a tutti noi, cosa molto importante, ancor più importante in questi giorni.
Grazie ancora, ci sentiamo un po meno soli.
Buon lavoro a tutta la redazione.
Antonio