In questi giorni stiamo vivendo una situazione molto difficile, per certi versi drammatica. Stiamo combattendo contro una minaccia subdola, un nemico che fatichiamo a riconoscere.
Ed è in queste fasi che inevitabilmente vengono a galla tutti i nostri timori e le nostre paure.
È un dispiacere enorme notare come non solo una certa politica, ma l’intero dibattito pubblico abbia offerto il peggio di sé in questi ultimi giorni, strumentalizzando le paure dei cittadini. “Politicizzare l’emergenza” costituisce un esercizio grottesco di propaganda elettorale.
Dare una connotazione politica ad un piano di rientro stilato da professionisti ed esperti che sono quanto di più lontano dalla politica, non assolve agli alti scopi che la Politica si prefigge di perseguire. Derubricare il piano licenziato dalla Regione ad una mera lotta partigiana e campanilistica, renderla una guerra tra bande non fa onore alla Politica.
Affermare poi che la Regione abbia utilizzato l’emergenza per declassare e mortificare il nostro ospedale squalifica gli autori di simili affermazioni.
La Regione ha sostanzialmente preso atto di un piano redatto da un team di esperti, capeggiati dal prof. Lopalco, di concerto con la conferenza Stato Regioni, sulla scorta delle indicazioni fornite dal ministero competente, dall’O.M.S. e le preziose consulenze di numerosi esperti. Esperti, non politici!
L’intento del piano è chiaro. Rafforzare i reparti che già curano le malattie infettive e soprattutto le terapie intensive. Se il virus dovesse diffondersi quei posti non saranno sufficienti (insegnamento che abbiamo tragicamente tratto da altre Regioni).
E le strutture sanitarie dove transitano i contagiati purtroppo costituiscono a loro volta una fonte di contagio importante. Se si deve rafforzare una struttura, il piano messo a punto dalla task force regionale ha previsto che si mandino medici, che si investano risorse tecnologie ed umane in tali strutture, non disperdendole altrove, con il rischio, inoltre, di creare altri potenziali focolai di contagio. A maggior ragione se consideriamo che il personale sanitario, specie i medici, già di per sé numericamente insufficiente, è quella più esposti. Nonostante gli organici siano stati implementati in maniera incisiva mediante nuove assunzioni.
Qui la Politica, con le proprie scelte, ha potuto compiere pienamente la missione che le è propria.
Tutti i cittadini avranno piena coscienza e capiranno che in questo quadro d’insieme, nel rispetto della ratio del piano, l’ospedale di Manfredonia deve occuparsi di altro. Il piano di recentissima adozione ha stabilito che medici e risorse devono essere dirottati verso le strutture che già sono pronte ad affrontare l’emergenza.
È ormai pacifico che il tema della salute come bene comune e valore primario della persona sia ormai tornato alla ribalta. Ed è ancor più evidente come esso non possa essere concepito come mera connessione tra spesa ed efficienza finanziaria.
Non si tratta di campagna elettorale. Si tratta di scienza. Questo è il momento di fare tutti un passo indietro e seguire pedissequamente ciò che ci viene imposto di fare. Bisogna fermare il contagio!
Sia chiaro. Tutto ciò non vuol dire anestetizzare il dibattito pubblico, né evitare la discussione e l’analisi politica o avanzare critiche, tutte legittimamente degno di considerazione e di approfondimento. Ciò per quanto mi riguarda sarebbe peggio anche delle più becere strumentalizzazioni.
Verrà il momento dei confronti aspri, della campagna elettorale, del momento in cui ci si dovrà sottoporre al giudizio del popolo sovrano nell’esercizio democratico della scelta dei propri rappresentanti.
Ma adesso no! Adesso tutto è secondario. Ora tocca agli esperti. Ed il compito della politica adesso è quello di servire gli esperti, e attraverso essi, servire la propria comunità.
Ora bisogna solo stringerci il più possibile intorno a medici, operatori, volontari ed a tutti coloro che, rischiando in prima persona la propria vita e quella dei propri cari, stanno lottando per evitare il peggio e per salvare la vita di tutti noi. E l’unico modo per omaggiarli è stando a casa, salvo le eccezioni previste dalle norme.
Torneremo ad “armare” la matita nelle cabine elettorali e, credetemi, nessuno ne ha paura. Ma adesso no! Adesso bisogna solo combattere.
Manfredonia ha dimostrato di saper leggere i momenti in cui discutere, criticare, agire e quelli in cui bisogna remare tutti dalla stessa parte senza polemica; in nome del superiore bene comune.
Raffaele Caputo
Segretario di Circolo