I fumatori italiani sono ancora molti e, nello specifico, le fumatrici sono addirittura in aumento. Con tutte le conseguenze negative del caso. Questo è infatti uno dei vizi peggiori in assoluto, innanzitutto per la salute, ma anche per il portafogli. Da un lato il tabagismo causa svariati problemi a livello fisico, dall’altro lato chi fuma brucia letteralmente centinaia di euro, soprattutto se si parla dei fumatori incalliti. Riuscendo a smettere con le sigarette, quindi, potremmo farci un doppio regalo: in primis al nostro corpo, e in secondo luogo anche al nostro conto in banca. Ma quanto si risparmia davvero? Ecco i dati di una ricerca.
Quanto si risparmia smettendo di fumare?
Secondo uno studio britannico, svolto dal Cancer Research UK, si potrebbero risparmiare ogni anno circa 78 milioni di euro di spese dirette e oltre 640 milioni legati all’assistenza medica a livello globale. Se invece studiamo la questione dal punto di vista del singolo, quanto si può arrivare a risparmiare smettendo di fumare? È chiaro che dipende dalla portata della dipendenza, e dal numero di sigarette fumate ogni giorno. Comunque, un fumatore che ne consuma quotidianamente 4 circa, potrebbe ad esempio risparmiare intorno ai 400 euro annui. Un totale che si spinge ben oltre i 1.000, se si considerano i tabagisti incalliti.
In questo senso può tornare utile un consiglio: per riuscire a smettere di fumare può essere d’aiuto una sigaretta elettronica, come ad esempio quella di Blu, acquistabile ad un prezzo contenuto. Con questi nuovi dispositivi si possono ottenere due vantaggi: abbassiamo le nostre spese mensili, ma soprattutto riduciamo i danni per il nostro organismo. Senza poi dimenticare che, con tutti i soldi messi da parte, ci si può ritrovare con un bel budget da spendere in tantissimi modi diversi, fra viaggi e quant’altro.
Prezzo delle sigarette in continuo aumento
Anche se i prezzi delle sigarette continuano a salire in maniera vertiginosa, per via dell’impatto delle tasse, i numeri sui fumatori in Italia restano enormi. In molti paesi la tassazione viene utilizzata come uno dei primi strumenti di disincentivazione, spingendo per una questione meramente economica, le persone ad allontanarsi sempre di più da questo vizio.
C’è un caso emblematico, ed è quello dell’Australia. Il Paese dei Canguri, infatti, ha deciso di schierarsi in prima linea contro il tabagismo, con un incremento del +12,5% sul prezzo dei pacchetti di sigarette. La nuova percentuale delle accise sul tabacco porterà i pacchetti più economici a raggiungere un prezzo intorno ai 18 euro, mentre gli altri arriveranno addirittura a 30 euro. Non è la prima mossa di questo tipo da parte del governo australiano, e con tutta probabilità non sarà nemmeno l’ultima. Si tratta infatti dell’ottavo rincaro consecutivo in otto anni, più precisamente dal 2013. In realtà l’Australia si impegna contro il fumo da molto più tempo, considerato che il rincaro più forte di sempre (in termini di accise) era arrivato nel 2010, con il +25%.
In conclusione, soprattutto alla luce dei prezzi crescenti, smettere di fumare vuol dire anche mettere da parte una piccola risorsa per se stessi.