“Invece di chiedere scusa per aver introdotto il superticket nel 2011 con il governo Vendola, senza neanche prevedere una calibrazione in base al reddito o alla tipologia di prestazioni, il centrosinistra spaccia per grande risultato di questa Giunta la riduzione da 10 euro a 50 centesimi per alcune fasce della popolazione. Omette però di dire che l’abolizione per tutti del superticket sarà possibile da settembre grazie all’ex ministro della Salute Giulia Grillo che ha dato alle Regioni le risorse per farlo e che, se solo si fossero aboliti gli sprechi nella spesa farmaceutica, il superticket sarebbe stato abolito molto prima. Esattamente quello che chiedevamo di fare con una mozione discussa nel luglio del 2017, per cui Emiliano ci aveva accusato di ‘indulgere al populismo’ e ovviamente bocciata da quella maggioranza che in campagna elettorale cambia idea e si vanta del risultato raggiunto”. Lo dichiarano i consiglieri del M5S che ricordano anche come in una più recente mozione depositata lo scorso giugno si chiedesse di destinare le risorse finanziarie connesse alle procedure di ripiano della spesa farmaceutica per gli anni 2013-2017 all’abolizione del superticket a partire dalle fasce più deboli della popolazione e all’abbattimento delle liste d’attesa.
“Il M5S – continuano i pentastellati – ha presentato in tutte le Regioni la mozione con cui si chiedeva di utilizzare i fondi del cosiddetto payback per abolire il superticket e per l’attivazione di interventi volti a ridurre i tempi di attesa nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Obiettivo per il quale la legge di stabilità dello scorso anno impegnava 150 milioni nel 2019 e 100 milioni per i due anni successivi per l’implementazione e l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche, legate ai sistemi di prenotazione elettronica. Mozione che purtroppo in Puglia non è stata mai discussa – dichiarano i pentastellati – perché la maggioranza in aula non riesce a garantire il numero legale necessario per votare. Nel frattempo sono sempre di più i pugliesi che hanno rinunciato a curarsi a causa dei costi troppo alti della sanità o, se residenti in Comuni vicini, si sono postati in Basilicata dove non c’è questo ingiusto contributo. Ma si sa in periodo di campagna elettorale tutto è possibile e la memoria diventa molto corta”.