Siamo stati tutti molto turbati da queste immagini d’indecenza e vandalismo (perché è giusto dare alle cose il loro nome) che, purtroppo, ci stiamo anche abituando a ricevere come foto sgradite e ingombranti di ciò che resta dei fine settimana notturni nell’insostenibile “leggerezza delle non conseguenze”.
Sappiamo bene, che l’abuso di alcol, soprattutto (ma non solo) nelle fasce giovanili con i binge drinking, abbuffate alcoliche, delle notti a perdere del fine settimana, ma anche infrasettimanali, non sono un problema esclusivo di questa città. Così come i vandalismi annessi che vedono la luce del giorno come testimonianze imbarazzanti di disordinate e rumorose identità apparentemente vuote a perdere, come le bottiglie esibite su panchine, moli, strade.
Sappiamo anche che numerose sono le telecamere funzionanti, h24, in diverse piazze e sui porti di questa città. Ci chiediamo banalmente: perché le immagini raccolte non sono utilizzate per elevare multe, sanzioni, ammende ai diretti responsabili? Non è possibile crescere in assenza di valutazioni, ed esperienze sulle conseguenze dei propri comportamenti. O meglio, si cresce onnipotenti e vacui, di un piacere che si prende e si consuma senza confini tra le libertà personali e i diritti altrui. Non si è respons-abili verso gli altri.. e figuriamoci verso se stessi.
Chiediamo come cittadini alle istituzioni controlli e sanzioni, chiediamo, in fin dei conti, che questi ragazzi siano visti! In qualunque modo, “visti”. A partire dalle conseguenze molto tangibili delle loro azioni.
Sappiamo, peraltro, che quello di cui parliamo è un problema complesso, che non si risolve nella sola sanzione. Benché le sanzioni quelle “meritate”, e tutte.. in pubblico come privato, aiutino a crescere; come solo i No (sensati) possono fare! Chiamiamo sempre in causa le famiglie, perché chi è più adulto aiuti i più piccoli nel proprio nucleo a diventarlo a propria volta. Che compito difficile, l’autorevolezza non autoritaria di dare confini e limiti da piccoli, e poi continuando nella crescita, per avere adulti autenticamente liberi. E non falsamente onnipotenti.
C’è tipologia d’uso e c’è abuso alcolico, in funzione delle età, del genere e, chiaramente, delle quantità. Nelle fasce più adulte, e in età avanzata è più facile che si beva in modo solitario e l’alcol è, piuttosto, percepito come un “automedicamento” che allevia problemi e/o emozioni negative. Si beve trasversalmente alle classi sociali e al livello culturale. Gli uomini circa il doppio delle donne, e, tra le donne, le più istruite più di quelle meno istruite.
Il consumo di alcol, particolarmente in età adolescenziale, ha gravi conseguenze sulla salute psico-fisica (danneggiando dai neuroni al fegato) e sullo stesso benessere sociale; nonostante non di rado si pensi che sia una cosa che si possa “tenere facilmente sotto controllo”. Investire sulla prevenzione e sull’informazione è necessario, ma per resistere alla seduzione facile del bere è necessario proporre delle alternative. Prima di scoprire, tardi e con molte conseguenze, che la vita non è da bere e che la città di notte, assurdo ma vero, non è per niente tua.
Vittoria Gentile