Dove sono i politici che dovrebbero rappresentare i Manfredoniani al Parlamento e alla Regione? Eppure ne abbiamo cinque. Nonostante questo, sentiamo la loro assenza, non li vediamo in prima
linea, neanche ora che Manfredonia naviga in un mare tempestoso. Dovrebbero essere gli elementi trainanti in tutte le situazioni per dare risposte ai problemi non solo politici, ma anche socioeconomici della comunità. L’impegno dovrebbe essere direttamente proporzionale al loro stipendio. Se un onorevole o un consigliere regionale non porta a soluzione i problemi della comunità che li ha eletti, a che serve la loro presenza in quelle istituzioni?
L’osservazione di cui sopra è doverosa da parte nostra perché Manfredonia sta vivendo un periodo molto critico che può essere superato, oltre che con il fattivo contributo delle forze sociali,
soprattutto con quello dei politici. Occorre che ci sia un risveglio della loro coscienza. Non sono sufficienti gli sporadici interventi di qualcuno perché non sortiscono risultati positivi e
soddisfacenti; non abbiamo bisogno delle solite dichiarazioni d’intento da parte di altri. Almeno adesso che ci stiamo avviando all’epilogo dell’annosa questione dell’Energas, i politici nostrani devono darsi una mossa, come del resto ha fatto l’intero Consiglio Comunale, elargendo una palese dimostrazione di rifiuto di quel famigerato progetto che da anni sta tartassando gli animi dei Sipontini.
Pensiamo che di fronte a una questione sociale di tale portata non deve esistere la distinzione partitica o di schieramenti, ma coesione per far capire a chi di dovere che la città è unita e compatta
in questa battaglia e che nessuno deve imporci una realtà che porta pericolo, insicurezza, inquinamento, distruzione di un sito archeologico, devastazione di 18 ettari di zona SIC-ZPS, arrivo di oltre 50 navi gasiere, intasamento del traffico per il trasporto di GPL, movimentazione di convogli di ferrocisterne ogni settimana sulla tratta ferroviaria Manfredonia-Foggia, più di 1100 tra
autobotti e autocarri trasportanti GPL sulle nostre strade già molto trafficate e con un’alta percentuale di incidenti.
A tutto questo va aggiunto lo stress psicologico che, in caso di realizzazione di quanto chiesto dall’Energas, ci perseguiterà a vita nell’incertezza che qualcosa possa sempre succedere.