Ciò che è successo a Manfredonia negli ultimi venti anni può essere analizzato sotto tanti punti di vista. Qualcuno dice che si è scoperchiato il vaso di Pandora. Secondo noi, che abbiamo vissuto questi ultimi dieci anni facendo la cronaca dei fatti, raccontando gli atti e gli atteggiamenti della politica, di chi ha governato la città con la complicità dei tantissimi beneficiari del clientelismo, non è così. Tutto è sempre stato noto a tutti: ai cittadini, alle autorità militari, alla procura della repubblica che non hanno mai allungato a dovere la mano sull’anomalo modo di gestire la città. Ciò che sta succedendo ora con l’intervento energico dello Stato che ha commissariato la nostra città, marchiandola con un infame sigillo. “E’ mancato il controllo sulla gestione dei vari settori e servizi della città”, sono le ammissioni dei politici uscenti che hanno dovuto barcamenarsi nel gestire gli equilibri di partito e “personali” per poter sostenere un gruppo politico alla guida della città. Non ci sono riusciti in questo gioco di equilibrismo ed il vaso di pandora non è stato minimamente scoperchiato ancora perché i veri peccati mortali giacciono nelle menti di chi NON PARLA ANCORA perché correrebbero il rischio di subire una equa replica. Troppi scheletri negli armadi ben custoditi nelle segrete menti dei nostri amministratori che hanno saputo usare la macchina amministrativa e burocratica grazie alla loro lunga esperienza. Grande capacità di trasferire le responsabilità del dissesto cittadino verso gli altri, anche se qualcuno ammette le proprie colpe, per ricevere il perdono e continuare a far politica. Non ci sono prove di reato commesse dai nostri ex ed attuali politici, bravi a non lasciare tracce e prove dei propri presunti peccati. Ci rimane però il dissesto di una città disorganizzata in tutti i settori: pesca, industria, artigianato, turismo, eventi, ecc.. L’effetto dello scambio di favori, utilizzando le poltrone, in spregio allo sviluppo della nostra città. Non ci sono constatazioni comprovate d’infiltrazioni mafiose nella macchina amministrativa. C’è la certezza che società private, presumibilmente illecite di Manfredonia hanno operato per anni sul territorio sipontino e oggi hanno subito l’interdittiva antimafia. Un amministratore viene incaricato dall’assemblea popolare per gestire il denaro pubblico e trasformarlo in opere di utilità collettiva e servizi. Costruire un lungomare, restaurare un auditorium, sistemare le strutture sportive, è ciò che un amministratore pubblico deve fare. La stampa locale, negli ultimi dieci anni, ha, ognuno a modo proprio, denunciato pubblicamente le incongruenze delle scelte politiche, la “compravendita” di consensi per poter garantire un governo alla città. Sacrosanta la conclusione di Piero Paciello direttore de l’Attacco ad un quasi monologo politico avvenuto nei giorni scorsi nel teatro cittadino: ” è importante discuterne, l’opinione pubblica è stata per troppo silente, distratta e soprattutto dimentica facilmente mentre ci giochiamo partite importanti, il futuro dei nostri figli.”
Raffaele di Sabato
Riprese a cura di Domenica Trotta
Foto di Lorenzo Tagliamonte
I nostri figli qui non hanno futuro. E la colpa è solo nostra. Punto.