Nel terzo millennio la scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante. In proporzione, però, sono incrementati i disagi e le patologie correlate all’abuso dell’IT Information Technology, dello IAD Internet Addiction, riscontrando anche in Italia i casi di Hikikomori, adolescenti che vivono più la vita virtuale, estraniandosi da quella reale. Le “classiche” dipendenze da ludopatia (gioco d’azzardo) e da alcol continuano a persistere. I dati ISTAT sono allarmanti. Dimostrano che sebbene tra i ragazzi sia in diminuzione il consumo giornaliero di alcol invece è in crescita quello consumato fuori dai pasti. Sale la percentuale di giovani d’età 11-17enni (22,9% maschi e 17,9% femmine) che beve alcol prevalentemente nei pub e in discoteca in modo smodato fino ad ubriacarsi, fenomeno noto come binge drinking. Occorrerebbe informarli ed educarli a un consumo moderato non legato alle mode, superando l’ignoranza e i falsi miti legati alla socializzazione e al successo. L’alcol assunto precocemente danneggia in modo irreversibile il cervello che è in fase di sviluppo nell’età adolescenziale. La prevenzione è quanto mai necessaria, attraverso opportune campagne informative, presso le agenzie educative e nelle famiglie, sostenendole ancor prima che il disagio diventi patologico. A Manfredonia è presente da ben 14 anni il Club Alcologico Territoriale gestito dalla dott.ssa Michela Dicembrino che racconta ai nostri microfoni la loro esperienza. “Gli incontri sono a cadenza settimanale, il mercoledì alle ore 18.00 presso il locale messo a disposizione dalla Parrocchia San Camillo de Lellis. E’ un servizio molto sentito dalla comunità, proveniente anche dai comuni limitrofi di Mattinata, Monte Sant’Angelo e altri territori garganici. Ci si può rivolgere contattando il numero 339.4812244”. La fascia d’età adolescenziale è molto delicata in cui tutto è messo in discussione. Occorrono figure professionali di fiducia a cui i giovani possono far riferimento per affrontare i primi segni di disagio. Sostiene la Dicembrino “Vorrei sfatare lo stereotipo dell’alcolista/barbone. Le persone che accogliamo sono comunissime famiglie di ogni classe sociale che comprendono l’importanza di condividere il proprio disagio con altri che lo vivono come padri, madri, figli, avvertendo un maggior sollievo nel confrontarsi”. Anche a Manfredonia sono presenti servizi socio-assistenziali realizzati attraverso il “network” di Associazioni, Cooperative, Istituzioni e Parrocchie che fondano le loro azioni con le pratiche “del fare assieme”. Il Servizio fornito dal Club Alcologico di Manfredonia potrebbe ancor più svilupparsi se nella Rete collaborassero maggiormente le Istituzioni (ASL e Comune) non sempre presenti.
Grazia Amoruso
Foto di Francesco Armillotta
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