Martedì 19 Novembre 2024

Manfredonia città di contraddizioni: mentre la città è addormentata, Castello e Parco Archeologico di Siponto diventano tra i monumenti più visitati in Puglia, secondi solo a Castel del Monte

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Il Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia, posto nei locali del castello svevo-angioino-aragonese, è chiuso da diversi anni per via dei riallestimenti delle mostre di uno dei poli museali più importanti della Puglia e del Mezzogiorno. Nonostante la chiusura del museo al pubblico il Castello di Manfredonia si conferma leader tra i monumenti pugliesi. Nel 2019 sono stati ben 86.920 i visitatori della fortezza voluta da Re Manfredi. Il sito sipontino risulta secondo sito pugliese dopo Castel del Monte (con quasi 270.000 visitatori). A stupire è il fatto che, scendendo di una sola posizione, troviamo il Parco Archeologico di Siponto con 78.823 ingressi totali, che consentono un leggero distacco dal quarto sito, il castello di Bari (dove gli ingressi sono stati poco meno di 78.000).

Il dato, che a Manfredonia sta passando totalmente inosservato, è certamente positivo per i monumenti sipontini ma meno per la città, che non riesce ancora a giovarne. Molti dei visitatori, infatti, si limitano ad una “visita di passaggio”, quindi raramente si decide di pernottare in città. E, se per raggiungere il castello si è “costretti” ad  arrivare nel centro cittadino, molti dei visitatori che raggiungono il golfo per visitare il parco archeologico di Siponto, dopo la visita vanno via senza entrare in città.

Con la riapertura dei locali del Museo Archeologico Nazionale ed il potenziamento dell’offerta culturale annunciata dalla regione Puglia, che ha espresso l’intenzione di fare di Manfredonia un Polo Museale regionale, si potrebbe vivere una nuova stagione per una città in profondo stato comatoso. L’augurio è che, dopo questo 2020 di commissariamento del comune, la città possa dal prossimo anno tornare ad avere un governo solido e che sia in grado di ripensare Manfredonia e le sue risorse, restituendole un minimo di decoro urbano e di presentabilità in termini turistici. Ma anche imprenditori e comunità cittadina dovrebbero lavorare assieme per questo riscatto, fare rete e promuovere una cittadinanza più attiva e consapevole. Una timida luce in fondo al tunnel comincia ad intravedersi.

Lo scorso sabato, al termine di un convegno pubblico tenutosi al Palazzo dei Celestini per affrontare il tema della candidatura delle stele daunie a patrimonio UNESCO, è stata sottolineata l’importanza che la comunità può avere in questo processo di risveglio culturale. A fare Matera Capitale Europea della Cultura sono stati soprattutto i materani, forti, corali ed uniti.

Giovanni Gatta

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