Giovedì 21 Novembre 2024

“La dignità del fine vita: Aspetti giuridici ed etici”

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Rilevante impatto umano, sociale e giuridico ha suscitato nel numeroso, attento e qualificato uditorio intervenuto all’incontro, tenutosi nei giorni scorsi, presso l’Auditorium “Mons. V. Vailati”, durante il quale si è parlato de: “La dignità del fine vita: Aspetti giuridici ed etici”. Un tema di forte attualità, che, in questi ultimi tempi ha visto la società porsi su fronti diversi nell’affrontare l’emblematico, quanto delicato problema del fine vita, ovvero, l’eutanasia, ultimo stadio di inutili sofferenze. Ad organizzare l’evento, come sempre, oltre  all’Arcidiocesi di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, l’AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani), sez. “V. Vailati di Manfredonia e l’Ufficio diocesano di Pastorale Sanitaria. Non è mancato il valido patrocinio delle più importanti sigle di Associazioni che operano nel settore del volontariato presenti sul territorio, quali: Ordine dei Medici, Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Foggia, Tele Radio Padre Pio, S. Giovanni Rotondo, Lions Club Host, Rotary Club, UCIIM,  UNITRE, AMMI, SIMG, sede dauna e Circolo Unione, sezioni di Manfredonia.. A presiedere l’interessante assise Padre Franco Moscone, arcivescovo. Ospite d’eccezione e relatore, l’eminente dott. Giuseppe Battimelli, vice presidente nazionale dell’AMCI, della Società Italiana per la bioetica e dei Comitati Etici (SIBCE). A fare gli onori di casa il dott. Giuseppe Grasso, presidente della sezione Amci di Manfredonia, il quale, dopo aver ringraziato Padre Franco per la indiscussa attenzione che rivolge ai problemi sociali, l’ottimo dott. Giuseppe Battimelli e, non ultimo, il pubblico presente in sala, nella sua breve, quanto incisiva prolusione, ha sottolineato quanto sia importante analizzare le varie sfaccettature  di un tema di grandissima entità, il fine vita, e la delicatezza nell’affrontarlo, oltre ad interrogarci costantemente, come cittadini, operatori della sanità e cattolici. Atteso, quanto illuminato l’intervento del dott. Battimelli che, con molta enfasi ha affrontato il delicato tema del fine vita, nel rispetto della dignità del sofferente e gli aspetti giuridici ed etici che da essa ne derivano. interrogarsi innanzitutto sulla dignità della persona e dire che essa connota l’umanità dell’uomo. Dopo aver ringraziato Padre Franco per l’invito, l’uditorio così numeroso e portato i saluti del prof. Filippo Maria Boscia, illustre presidente nazionale dell’AMCI e di S. Em.za il cardinale Edoardo Menichelli, assistente ecclesiastico, l’oratore ha amabilmente voluto ricordare la grande figura dell’Arcivescovo Mons. Michele Castoro, nel leggere un breve passo della sua lettera pastorale del 2010: Andate a lavorare anche voi nella mia vigna”.”…oggi,. egli scrisse, il contesto culturale ha frainteso la libertà intendendola come ‘libertà negativa’, che ha paura di legarsi, come rivendicazione della propria indipendenza (come sola libertà “da”), o anche come forma di potere, puro insieme di possibilità (libertà “di”). Nell’attuale contesto sociale si tende ad essere liberi “da” qualcuno, ma non “per” qualcuno. In questo modo la libertà si chiude su e in sé stessa, diventando autoreferenziale, autosufficiente ed auto celebrativa, quasi un pretesto per soddisfare qualsiasi desiderio, il quale invece di aiutare l’uomo ad essere più uomo lo rende più fragile, lasciando incompiuto quell’anelito di bellezza e di bene che si agita nel profondo del suo cuore”. Parole sagge e attualissime nel contesto in cui viviamo e riferite al tema che desideriamo affrontare questa sera “La dignità del fine vita: aspetti giuridici ed etici”. In virtù di quanto sancito dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nella quale si afferma che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”, il dott. Battimelli, aggiunge che: “…l’uomo ha quindi una dignità, tutti noi abbiamo una dignità che va rispettata, tutelata e promossa. Ma per usare un linguaggio filosofico la dignità dell’uomo è un accidente che inerisce una sostanza ed allora ci si chiede quale è questa sostanza? Essa è la persona umana; la dignità dell’uomo, non è altro che il valore che bisogna riconoscere alla persona umana. La libertà e l’autodeterminazione non plasmano la dignità: è il contrario. La dignità dell’uomo viene prima della libertà, dell’autonomia e dell’autodeterminazione, peculiarità che pure vanno riconosciute e tutelate, perché costitutive della persona. Se così non fosse, vorrebbe dire che solo a chi può autodeterminarsi si riconoscerebbe il valore e la dignità di uomo”.Parole forti che accentuano ancor di più il concetto di dignità della vita umana, che si pone in antitesi al fine vita, ovvero all’eutanasia. E’ da ritenere, quindi, che tra il medico e il paziente si dovrà instaurare un rapporto empatico che conduca a lenire le sofferenze  di quest’ultimo con la rinuncia di terapie forti che potrebbero rendersi letali, evitando così il cosiddetto accanimento terapeutico, con la somministrazione di farmaci che potrebbero portare il paziente a morte sicura. Il dott. Battimellli ha concluso il suo dotto intervento con una bellissima riflessione di Papa Francesco, nella quale afferma: “la morte mette a nudo la nostra vita. Ci fa scoprire che i nostri atti di orgoglio, di ira e di odio erano vanità, pura vanità e ci accorgiamo con rammarico di non aver amato abbastanza e di non aver cercato ciò che era essenziale. E, al contrario, vediamo quello che di veramente buono abbiamo seminato: gli affetti per i quali ci siamo sacrificati, e che ora ci tengono la mano” (Udienza generale, 18 ottobre 2017). E’ seguito un breve intervento di Padre Franco che ha ringraziato l‘oratore per l’ottima relazione ponendo in primo piano la delicatezza del momento di fine vita sostenendo che la vita va rivista e rivalutata dall’inizio alla fine dell’esistenza. La vita umana è somiglianza di Dio. Il nome di Dio è l’immagine dell’Uomo. Anche Padre Aldo Milazzo, camilliano, direttore diocesano per la pastorale sanitaria ha ammonito che la condivisione con il malato, anche con lo sguardo, può essere mediazione di speranza. E’ seguito un interessante e nutrito dibattito.

Matteo di Sabato

 

https://youtu.be/j0TSHL_i5V4

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