Oggi è in pensione e vive a Vidigulfo, un piccolo comune del pavese dove si dedica a tante attività di volontariato, ma il ricordo di quel treno che lo portava lontano da Manfredonia alla volta di Milano è acceso più che mai. Bruno Amoruso aveva poco più di quindici anni quando per trovare un po’di fortuna fu costretto ad emigrare nella principale area industriale del nostro Paese. Una vita da operaio non priva d’interessanti passioni. Nella vita di chi è partito, negli anni delle grandi emigrazioni meridionali, spesso il legame con la propria terra natia rimane indissolubile. È così che Bruno da sempre promuove le proprie emozioni ed i propri ricordi di Manfredonia, lo fa attraverso le sue collezioni di foto storiche inedite di una città passata ed attraverso una lunga serie di racconti e poesie che, soprattutto nel milanese, riescono a lasciare in tanti l’immagine di una terra orfana di tanti suoi figli ma meravigliosamente pittoresca. Tra gli ultimi lavori di Bruno Amoruso c’è il libro “Il tempo passato”, che è ancora possibile acquistare online. La raccolta di poesie è un modo per elogiare la bellezza dei ricordi e non mancano quelli della Manfredonia di ieri, una città rimasta nel cuore di tanti che dopo lustri passati lontani da questo lembo di Gargano ancora custodiscono gelosamente i propri racconti. C’è una grande comunità di sipontini che, seppur lontani dalle pagine delle testate locali, riescono a promuovere meglio di tanti spot l’immagine di una città che, nonostante tutto, riesce a celare tanta bellezza.
di Giovanni Gatta
Sono un emigratis anch’io,il signor Giovanni,come anch’io ricordiamo una Manfredonia bella,ma da qualche anno a questa parte, è allo sfascio più totale.Si spera in città più vivibile nei prossimi anni.Sono 24 anni di lontananza,per dirne una,ieri 24/01/2020,fatte e mangiate le farrate,per il ricordo carnasciale di questo periodo.Concludo,la città di nascita è come il primo amore e non ci si può scordare,come cita nella canzone di Nicola di Bari alla sua Zapponeta.Manfredonia nel ❤️,quella bella che abbiamo lasciato