“La città di Foggia e la sua provincia stanno battendo tutti i record, un omicidio ed il primo giorno dell’anno si va già a +1 , con auto che deflagrano in giorni di festa. Cosa ancora per Foggia nel prossimo futuro? Un’escalation che fa molto preoccupare soprattutto chi, nella quotidianità, ancora, nonostante tutto, mantiene una saracinesca aperta”. È il commento di Don Aniello Manganiello attraverso il vicepresidente Pietro Paolo Mascione vicepresidente di “Ultimi”. “Quest’aria mediorientale è diventata fin troppo pesante. La gente non frequenta più Foggia, perché Foggia è sentirsi braccato da qualcosa e da qualcuno e la ricaduta economica significherà, inevitabilmente, perdite economiche rilevanti, perché se andare in una città significa rischiare, allora in tanti preferiscono restare a casa.
Allora la parola passi alla società, quella con la maglia dal colore ben definito, che non sia mai grigia uniforme di chi gioca su tutti i tavoli. Bene lo Stato, benissimo la Chiesa con i propri interventi marcati e decisi e male la società civile narcotizzata ed assuefatta a criminali logiche di vita”. “Inoltre”, evidenzia don Aniello “Foggia è dotata di formazioni sane che interpellarono proprio l’associazione Ultimi, attraverso il responsabile cittadino Pierluigi Zarra, e in tre giorni riuscimmo, insieme, a raccogliere ben ottomila firme per l’instaurazione di una sezione distaccata della DIA. Un consenso che espressi con forza per questa città a cui mi lega una forte amicizia da più di un decennio. La parola passi soprattutto a chi detiene il compito di ripristinare la sicurezza, allo Stato” conclude don Aniello, interrogando quella sana società civile che ancora ama il proprio territorio, “quella coraggiosa che due anni fa sfilò tra le vie della città per dire no al racket, quell’evento che mi lasciò costernato per la scarsa partecipazione. Quella che non si piega. Quella che oggi chiede certezza ed appoggio attraverso il massimo impegno da parte dello Stato”.