Padre Franco Moscone durante l’omelia di Natale trae spunto dal Vangelo di Luca per affermare che il popolo deve prendere per mano il territorio rendendosi responsabile della sua custodia. Egli, senza mezzi termini, prende posizione sulla questione Energas dichiarando: “Per amore di Manfredonia e del Gargano non manterrò il silenzio, affinché continui sempre a risplendere la sua bellezza… se dobbiamo inginocchiarci, lo dobbiamo fare solo davanti al Signore Gesù e a nessun altro”.
Matteo di Sabato
Omelia Natale 2019
Contemplare per costruire un presepe nel Gargano!
Il testo del Vangelo di Luca che ci trasmette la buona notizia del Natale (euangelizomai) ci è molto famigliare, ma nello stesso tempo è profondamente rivelativo dell’ambiente e della storia dell’umanità di sempre: di ieri e di oggi, qui ed ovunque. Con i richiami a personaggi storici (Cesare Augusto e Quirino) e luoghi precisi (Siria, Galilea e Giudea) fa incontrare storia e geografia: riunisce l’interomondo (oicumene) con le più piccole città sperdute e dimenticate dell’epoca e dai più (Nazaret e Betlemme). Si può affermare che questo brano evangelico fa si che nel Natale tempo e spazio solidarizzino, che il popolo prenda per mano il proprio territorio rendendosene responsabile della custodia.
Come allora non vedere nei particolari del testo, che continua a ripetere il termine città (polis, ben quattro volte!), che si richiama al territorio locale (kora), che lo collega all’intero universo (oicumene), che dà voce a tutto il popolo (laos), anche la nostra storia e geografia di oggi: le vicende attuali che stiamo vivendo (= storia) ed il nostro Gargano (= geografia) trovano casa e ricevono un messaggio preciso dal Natale. Ho invitato, col messaggio augurale per le festività, a costruire un “presepio” nel Gargano: rinnovo, rafforzato dalla liturgia che stiamo celebrando, l’invito e l’augurio.
Vorrei che si celebrasse il Natale per tutti e tutto: Natale per le persone e Natale per l’ambiente, con la ricchezza di fauna e flora che esso custodisce, dei meravigliosi paesaggi e scorci storici lasciateci dai nostri avi. Nella stalla di Betlemme non c’erano solo Giuseppe, Maria e il Bambino Gesù, ma anche il bue e l’asinello, accompagnati da greggi di pecore con i loro pastori e c’era la gente semplice ed umile del popolo con i suoi mestieri e lavori: tutti ugualmente destinatari della rivelazione divina e del messaggio di pace e giustizia in questa contenuto. La città di Betlemme, che significa in ebraico casa del pane, è la città di tutti e di sempre, rappresenta le nostre città di oggi, perché tutti e sempre abbiamo e avremo bisogno di pane sano, pulito e gustoso!
Sono preoccupato per la vicenda “Energas” che, dopo un periodo di latenza, quasi a sollecitare la positiva sentenza del Tar pubblicata il 19 dicembre, è tornata in questi giorni al centro dell’attenzione pubblica. Eppure il territorio di Manfredonia è individuato nella normativa italiana tra i siti SIN: “Siti d’Interesse Nazionale, ai fini della bonifica, in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico”. Posto quanto detto le mie preoccupazioni e della Chiesa locale vanno in una doppia direzione.
In primo luogo mi chiedo se veramente si tratta di un’iniziativa imprenditoriale al servizio della popolazione della città Manfredonia e del suo magnifico territorio. Faccio mia la preoccupazione usando le parole di Papa Francesco che, nell’enciclica Laudato si’ sull’ecologia “integrale”, al n. 182 così si esprime: dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione, che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori, spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfondito”. Mi chiedo se sulla bilancia di un possibile sviluppo economico, valga la pena promettere posti di lavoro (tra l’altro difficile da computare) compromettendo l’equilibrio di un delicato ecosistema, già largamente provato, mettendo a rischio sia la salute di un’intera popolazione, sia il mantenimento di numerosi lavori esistenti e che stanno funzionando in altri settori, dall’agricoltura, alla pesca e al turismo. Un’industrializzazione sana, in grado di portare autentico sviluppo creando lavoro, non può porsi né in concorrenza, né in alternativa ai settori del primario e terziario mettendoli a rischio! A tali dubbi vanno aggiunte domande serie circa le future generazioni a cui dobbiamo consegnare la città ed il territorio: che tipo di impatto avrà un tale impianto sul territorio e sul suo mantenimento e sviluppo? Quanta possibilità di futuro sostenibile è realmente presente in una scelta imprenditoriale di questo tipo? Manfredonia non può dimenticare il suo recente passato industriale di cui porta ancora evidenti e indelebili ferite causate da un inquinamento devastante che, in nome di un progresso economico abortito, ha diffuso malattie le cui conseguenze si continuano a pagare oggi senza sapere ancora per quanto tempo. Ricordiamoci che territorio e città non sono nostre, ma di Dio e delle generazioni future, noi ne siamo solo i “custodi” temporanei! La seconda direzione delle mie perplessità è di tipo socio-politico. Sono convinto che una decisione di tale portata non possa essere presa ignorando o addirittura andando contro il parere espresso dalla cittadinanza attraverso un referendum popolare che, nel novembre 2016, ha espresso il proprio no con una maggioranza schiacciante superiore al 90 %. Andrebbe almeno riproposta, con una nuova consultazione, la partecipazione pubblica, dopo aver evidenziato lo stato della questione alla luce delle nuove conoscenze scientifico tecniche emerse nell’ultimo triennio. Siamo in un paese democratico e la Costituzione all’articolo 1 afferma che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Credo sia opportuno, oltre che corretto, ascoltare la voce della società civile attraverso gli strumenti che questa ha per esprimersi in modo autorevole e responsabile. Pertanto invito tutte le parti interessate al progetto e la cittadinanza a riflettere sul rapporto costi-benefici, a conciliare il lavoro con la salute della popolazione, a custodire un patrimonio ambientale da trasmettere sano e non inquinato alle generazioni future. Condanno energicamente la logica di chi volendo approfittare di tale impianto, per tutelare interessi economici, antepone il profitto di parte al bene comune di una intera popolazione e del suo territorio. Diversamente, mi sembra che si vada per una deriva che non solo è contraria al Vangelo, ma anche alla Costituzione italiana.
Cari fratelli e sorelle,
parafrasando le parole del profeta Isaia al capitolo 62 vi assicuro che “per amore di Manfredonia e del Gargano non manterrò il silenzio, affinché continui sempre a risplendere la sua bellezza!”. Vi invito a guardare al presepio ed ai suoi personaggi, vi invito a lasciarci emozionare dal messaggio di pace e giustizia per tutti e tutto in essi contenuto. Che guardando al presepio abbiamo il coraggio di inginocchiarci solo davanti al Bambino che nasce e rifuggiamo da ogni altra forma di adulazione che possa derivare da poteri di parte ed opinioni precostruite o spacciate come favorevoli e risolutrici di problemi di mercato.
Fratelli e sorelle, se dobbiamo “inginocchiarci”, lo dobbiamo fare solo davanti al Signore Gesù e a nessun altro! Vi auguro non solo un Natale felice, ma soprattutto responsabile!
Messa della notte e del giorno di Natale 2019
+ p. Franco Moscone crs Arcivescovo
Lo avevo sempre detto agli amici che Padre Franco è un Somasco, figlio di San Girolamo Emiliani, padri di gran d spiritualità affiancata da Concreta Realtà. Ha a cuore il nostro paese e si sente un vero Padre che prende di petto le necessità senza edulcorarle.