Il Natale sipontino è indissolubilmente legato a squisite tradizioni gastronomiche, che rappresentano un enorme patrimonio socio-culturale per il nostro territorio. Tradizioni che, purtroppo, con il ricambio generazionale, rischiano di scomparire.
L’usanza di preparare i cosiddetti mbrignele, ossia il nome collettivo per designare i dolci tipici sipontini, affonda le sue radici in tempi antichissimi. Per di più, molte di queste leccornie derivano da luoghi remoti, ben distanti dai territori garganici. Ciò che rende davvero affascinante la gastronomia è che essa è spesso il frutto delle contaminazioni tra diverse culture. E i dolci manfredoniani non fanno che confermarlo: basti pensare alla storia delle cartellete, che pare abbiano origine greche. Infatti, nei pressi di Bari è stata rinvenuta una pittura rupestre risalente al VI secolo A.C. nella quale viene rappresentata la preparazione di dolci molto simili alle cartellete.
Il dolce veniva poi offerto agli dei come dono votivo. Anche i puperéte hanno alle spalle una storia interessante. Pare infatti che questi taralli derivino dalla tradizione gastronomica albanese e che la loro diffusione nel territorio sipontino sia da attribuirsi alla presenza del popolo balcanico nel Gargano del 1400. Persino i cavezungille sono giunti fino a noi grazie all’invasione di un popolo, in questo caso dei Saraceni. Essi, infatti, nel X secolo stanziarono postazioni militari lungo tutte le zone costiere dell’Italia Meridionale, quindi anche sulle coste garganiche. L’occupazione comportò l’introduzione di usi e costumi saraceni, tra i quali proprio la preparazione del tipico calzone ripieno di ceci e castagne.
Tra gli altri dolci che vengono preparati a Natale nel territorio sipontino vanno ricordati, i taralline pu vine, i mènel’atterréte, le ostjachione e i pastarèlle. Tramandare le origini e le ricette di queste pietanze non è meramente una necessità culinaria. La gastronomia, soprattutto se generata dall’incontro fra popoli diversi, fa parte della storia del nostro territorio, ne è parte irrinunciabile.