Dalla stampa veniamo a sapere che la CISL di Capitanata, a proposito della questione ENERGAS, ha dichiarato: “Siamo disponibili all’apertura di un tavolo con i soggetti interessati”.
Abbiamo l’impressione che per la CISL ‘’i soggetti interessati’’ siano esclusivamente quelli dell’Energars e non la città di Manfredonia e noi del Caons che da anni stiamo lottando, ben consapevoli della gravità che un impianto a rischio di incidente rilevante possa arrecare al nostro territorio.
Adesso, in seguito al turbinio delle vicende che ci stanno di nuovo coinvolgendo a causa di inopportuni e nuovi interventi di gente interessata esclusivamente ai loro profitti e non al bene comune, si è resa finalmente visibile. Ci sembra che si stia realizzando un piano ben preciso per rimescolare i termini della questione e ‘‘per fare pressione sui giudici del TAR di Puglia che è in
fase di emissione di sentenza. Noi abbiamo fiducia nella giustizia per cui non possiamo accettare comportamenti furbeschi e fuorvianti’’.
Dov’era la CISL quando abbiamo ripetutamente invitato tutti i sindacati a discutere della questione? È la CISL che parla o una persona che strumentalizzando la carica che ricopre si schiera in un
gioco poco chiaro? Il dubbio ci viene perché qualche anno fa la segretaria regionale della CISL Campania dott.ssa Lina Lucci ha condotto, per motivi ambientali e di sicurezza, una strenua battaglia contro il deposito di GPL dell’ENERGAS sito in Napoli est, 10 volte più piccolo di quello che si vuole installare a Manfredonia. Un suo intervento è stato pubblicato sul Corriere del
Mezzogiorno del 28 Novembre 2014. Ne ha parlato anche il Mattino di Napoli a p. 36 del 23 Dic. 2014. Chi rappresenta il pensiero della CISL? La segretaria di Capitanata o quella della Campania?
Comunque, per acculturare la segretaria di Capitanata della CISL, rispondiamo in modo molto conciso a quanto richiesto nell’articolo pubblicato da l’Attacco del 12/12/19.
Il progetto presentato dall’Energas prevede il rifornimento, via mare con navi gasiere fino a 20- 25 mila tonnellate di stazza, utilizzanti il sistema di riscaldamento del gas con tecnologia a “circuito
aperto”. Si preleva acqua di mare per sottrarle calore, restituendola poi più fredda e con aggiunta di sostanze antifouling [ biocide].
Quest’attività avverrebbe con notevole inquinamento del mare sia di tipo termico che tossicologico, le cui ripercussioni sarebbero immediate sull’attività di allevamento di pesci e ostriche esistenti proprio adiacenti alla zona di attracco delle navi gasiere confinante con una zona SIN, non ancora sottoposta a bonifica. Non solo, un danno maggiore ci sarà per l’attività di balneazione nella spiaggia di Manfredonia e di Siponto e per l’attività peschereccia e suo indotto.
La chiusura degli impianti di itticoltura, più i danni per l’attività peschereccia, suo indotto e balneazione nella spiaggia di Manfredonia e Siponto porterebbero la perdita di diverse centinaia di
posti di lavoro esistenti. Inoltre bisogna considerare la ricaduta negativa sulle attività turistiche di Zapponeta e turistico-termale di Margherita di Savoia. La segretaria CISL di Capitanata, a nostro avviso, non ha mai seguito, in precedenza, la questione “NO ENERGAS”, altrimenti conoscerebbe i dati riferiti all’ambiente e all’impatto occupazionale. Non è morale venirsene, oggi, a dire delle cose banali, semplici e condivisibili perché la materia è stata già sviluppata abbondantemente in maniera trasparente e pubblica con esito molto negativo per l’ENERGAS.
Noi pensiamo che i sindacati abbiano come loro missione quella di difendere i lavoratori e fare politiche tendenti al bene comune, per cui non riusciamo a capire questo schierarsi a favore
dell’ENERGAS. È vero che i tempi cambiano, ma che un sindacato si schieri per la chiusura delle attività produttive rispecchianti le vocazioni locali va al di là di qualsiasi fantascienza. È nostro
convincimento che il sindacato, invece, debba operare nell’esclusivo interesse del bene della comunità locale.
Consideriamo, ora, alcuni aspetti dal punto di vista scientifico facendo una premessa: la “Direttiva Seveso III” considera gli impianti, come quello di cui stiamo parlando, a rischio di
“Incidente Rilevante”. Perciò, se qualcuno vuole sostenere che il deposito di GPL, che si vuole installare a Manfredonia, è un impianto sicuro, è un BUGIARDO ed IPOCRITA che va subito
isolato. Si potrebbe dire che è rischioso, però offre 60-70 posti di lavoro, dichiarati ma non reali per l’occupazione dei lavoratori locali che, tutt’al più, possono ammontare a qualche decina in tutto. A fronte di questo esiguo numero di posti di lavoro, promessi da ENERGAS, corriamo il forte rischio di perderne diverse centinaia tra i pescatori, gli addetti agli allevamenti ittici, i
commercianti e gli indiretti del mondo della pesca, operatori turistici e agricoli.
Questo sarebbe un vero suicidio per Manfredonia. C’è da considerare, ancora, che l’installazione del deposito di GPL, a causa del numero di ore per le operazioni di carico/scarico presso il porto Alti Fondali condizionerà le attività portuali, in modo alquanto riduttivo, precludendo un probabile sviluppo per il movimento dei traffici marittimi, commerciali e passeggeri;
Come si può imporre alla città di Manfredonia, all’aeroporto militare di Amendola, alle città di Zapponeta, Foggia, Monte S. Angelo, Mattinata e Margherita di Savoia una condizione di“Rischio Rilevante” (così classificato dalla direttiva SEVESO III)? Perché dobbiamo correre il rischio che si crei un dramma psicologico nella popolazione dovendo essa vivere sotto l’incubo che, da un momento all’altro, possa succedere un incidente e/o un guasto?
In caso della malaugurata ipotesi che ci sia una perdita nelle operazioni di carico/scarico di navi, di autocisterne, di vagoni ferroviari, di migliaia di bombole, ecc., si formerebbe una nuvola di gas che resterebbe a bassa quota, data la natura del GPL. Questo significa che è sufficiente una banale scintilla, proveniente da una qualsiasi fonte, per innescare uno scoppio con effetto domino.
Qualcuno non ha esitato a definire tale conseguenza peggiore di un bombardamento a tappeto. Basta pensare a Viareggio, dove a causa di un incidente che ha riguardato un carro
ferroviario, ci sono stati morti (32), feriti, distruzioni ed evacuazioni. Purtroppo la presenza del deposito di GPL può generare il terrore in tante persone e non è una
esagerazione.
Per capirlo basta fermarsi, meditare e analizzare la situazione con onestà intellettuale considerando anche che Manfredonia non è ancora venuta fuori da una questione ambientale che ha messo a dura prova la città. Se qualcuno nutre la speranza di approfittare della situazione per avere qualche sponsorizzazione o per guadagnarci qualche euro deve sapere che, in caso di incidente, tutti possono essere coinvolti, anche coloro che hanno con leggerezza sostenuto la ubicazione del deposito di GPL.
La segretaria della CISL di Capitanata non pone alcuna preclusione alle forme di investimento produttive; l’interessante è che esse rispettino l’ambiente, la salute pubblica e garantiscano un adeguato sbocco occupazionale. Su questo siamo pienamente d’accordo. E lo sono anche i giovani studenti che qualche settimana fa hanno spontaneamente sfilato per le vie di Manfredonia, ben
informati che l’Energas distrugge posti di lavoro esistenti, arreca notevoli danni all’ambiente e crea un notevole stress sulla comunità locale a causa di rischio di incidente rilevante.