Jonathan Swift nel 1729 pubblicò un libricino dal titolo “Un metodo semplice”, denunciando lo sfruttamento colonialista della popolazione irlandese da parte dell’Impero britannico. Il pamphlet è una pietra miliare nella letteratura dell’umorismo (cioè ridere con gli altri), di cui il padre fondatore resta, per chi scrive, il linguista Carlo Maria Cipolla. Swift pone l’attenzione da un lato sull’iniquità delle discriminazioni sociali e dall’altro sull’asservimento dell’etica al sistema economico. L’autore propone alla popolazione irlandese “un metodo onesto, facile e poco costoso”. Parafrasando i contenuti utilizzati nel metodo Swift alla Puglia – e più in generale alle regioni del Mezzogiorno – possiamo affermare che la nostra produzione regionale è all’altezza della sfida dei mercati esteri. La conferma arriva da due autorevoli rapporti regionali: Banca d’Italia e PWC. Nel primo, Banca d’Italia afferma che: “in un contesto di complessivo rallentamento degli scambi internazionali, la dinamica delle vendite delle imprese industriali pugliesi è stata sostenuta dal buon andamento delle esportazioni (cfr. il paragrafo: Gli scambi con l’estero): con riferimento al fatturato estero il saldo delle risposte tra imprese con valori in aumento e quelle con export in calo è stato pari a 26 punti percentuali”. Nel secondo, PWC propone – in un periodo di forte tendenza – una suddivisione delle nostre migliori imprese in leoni, leoncini e tigri: l’agroalimentare, la GDO, la meccanica di precisione e l’information technology. Tra le imprese con il miglior EBITDA (Earnings Before Interest, Tax, Depreciation and Amortization – utili prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti) ritroviamo: Italcave, Aeroporti di Puglia, Indeco Ind, Cofra, Città di Lecce Hospital GMV, Soc. Marino, Andriani, Carton Pack, Leo Shoes, Vetrerie Meridionali, Manifatture Daddato, Elettricità Società Impianti Meridionali, Base Protection, Intimo Artù, Lavorazioni sussidiarie industrie meccaniche. Tutto questo consente di affermare che il tessuto produttivo pugliese può crescere ancora di più. In questo i nostri porti e le nostre aree industriali hanno diverse opportunità per “allevare” nuovi leoni, leoncini e tigri pugliesi. A riguardo, cito un tridente di sviluppo: le Zone Economiche Speciali (ZES), le Zone Franche Doganali Intercluse (ZFD) e la blockchain. Il tridente può – anzi, deve – essere il vero “gancio” alle vie del commercio mondiali, a partire dalla via della seta. Le prime – comprese le affini Zone logistiche semplificate (ZLS) – rappresentano un importante passo avanti sulla strada del rafforzamento del sistema logistico, che ruota intorno ai porti italiani a lungo sottodimensionati e deficitari di interventi di rilancio strutturale. L’istituzione della ZES, infatti, favorisce (1) il miglioramento dell’infrastrutturazione portuale e retroportuale, (2) rilanciare le attività di impresa e (3) i processi di semplificazione – fiscale e amministrativa -, ridando slancio all’economia del mare, certamente uno degli assi portanti dello sviluppo economico del Mezzogiorno e dell’Italia. Le seconde soffrono di un vuoto normativo. Infatti, secondo l’attuale disciplina italiana sulle ZES non è prevista l’istituzione delle stesse, sicché gli operatori e gli investitori operanti nelle ZES non godrebbero di vantaggi fiscali per lo svolgimento di attività economiche né tali attività sarebbero considerate fuori campo IVA, trovandosi fisicamente già nel territorio nazionale, o con zero dazi nel caso dell’export extra UE. Per istituirle basterebbe una legge ordinaria, ovviamente con le relative coperture economiche. La terza, è il futuro. Possiamo dire il cuore del metodo: la blockchain. In particolare per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e ottimizzazione dei costi. Per l’industria della navigazione mercantile – immaginate il Porto di Bari, con infrastruttura 5G – potrebbe essere utile: (1) la tracciabilità, (3) la logistica portuale (c.d. smart port), (3) i pagamenti e (4) la gestione del flusso documentale collegato ai contratti. Raggiungere nuovi livelli di efficienza nella logistica commerciale – come ben detto in diverse pubblicazioni sul tema, a partire da A. Lanotte – avrà un impatto significativo su tutta l’economia mondiale. Ecco il vero metodo dello sviluppo economico meridionale: per non dare più le spalle all’economia del mare. Al contrario, daremmo le spalle alla storia delle nostre città portuali. Pensate, la costruzione del teatro più famoso del nostro capoluogo fu realizzato da Onofrio e Antonio Petruzzelli, commercianti e armatori appunto.
Beppe Moro – già componente Task Force ZES Puglia
Articolo presente in:
News