Dopo cinque anni di lotta ininterrotta con la raccolta di più di 7.000 firme, convegni, Sit In, manifestazioni, partecipazione alle conferenze decisorie a Roma e un referendum cittadino contro l’istallazione del megadeposito di GPL della Energas, noi cittadine e cittadini di Manfredonia Nuova ci vediamo costretti a ribadire ancora una volta le nostre ragioni contro tale deposito:
1) in nessuna parte d’Europa c’è un deposito di 60 mila metri cubi di Gas GPL e principio di precauzione vuole che non si faccia, quando ad essere a rischio in caso di incidente rilevante è la vita di un’intera cittadinanza e del territorio in cui vive;
2) non si tratta di attività industriale, ma di un deposito con ricadute occupazionali irrisorie rispetto a quelle che ci toglierebbe nel tempo con la distruzione totale della pesca e delle prospettive future di sviluppo;
3) il deposito è un esempio di archeologia industriale incentrato sul fossile, mentre gli accordi di Parigi ne impongono la messa al bando, a favore delle energie rinnovabili, il risparmio energetico ecc.;
4) il porto industriale sarebbe ad esclusivo appannaggio delle navi gasiere, altro che potenziamento delle attività, come farebbe intendere Ugo Patroni Griffi, il Presidente dell’Autorità portuale del Levante che pensa di adeguare all’uopo il pontile 5 del porto industriale anche con il dragaggio dell’area, dimenticando che quei sedimenti contengono i veleni più cancerogeni esistenti: mercurio, arsenico, toluene, ammoniaca ecc.; pertanto, altri dovrebbero essere i problemi di cui occuparsi, come la necessità della bonifica del mare dell’area ex EniChem, la bonifica dalle bombe della II Guerra Mondiale, che sappiamo in grande quantità nell’area, e dalle plastiche e in particolare dalle reste della mitilicoltura;
5) non è vero che hanno tutte le autorizzazioni degli Enti preposti, mancando quelle della Sovrintendenza ai Beni Culturali, della Regione Puglia e del comune di Manfredonia, ma è vero che le stesse sono condizionate alla risoluzione di problemi tecnici irrisolvibili e a cui Energas ad oggi non ha dato alcuna risposta; ed è bene sapere che ci troviamo in questa situazione per le procedure avviate dall’allora Sindaco Gaetano Prencipe e a lungo sostenute dai sindaci Paolo Campo e Angelo Riccardi, poi ravvedutosi.
Quali indicibili interessi si nascondono dietro l’uscita a gamba tesa di Confindustria, con il suo presidente Rotice, della Lotras e di Patroni Griffi, mentre il TAR di Bari sta per deliberare?
L’imprenditore Rotice è stato il referente privilegiato di tutti gli appalti pubblici programmati da un’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose; molte sono infatti le opere da lui realizzate tra cui: la fantasmatica ferrovia Ovest; la piscina comunale, la sistemazione di cava Gramazio, l’urbanizzazione nei comparti la sistemazione del porto pescherecci e commerciale (conferito dall’Autorità portuale) e tanto altro con diverse incongruenze e sospetti di irregolarità procedurali, esecutive e contabili sulle quali sarebbe opportuno che la Magistratura indagasse.
Per tutti i motivi fin qui addotti, nell’incontro dell’11/12/2019 con la Commissione straordinaria (costituita dal già commissario prefettizio del Comune sipontino dr. Vittorio Piscitelli, dalla vice prefetto Francesca Maria Crea, dal dirigente di seconda fascia Alfonso Soloperto) insieme alle altre associazioni abbiamo espresso lo sdegno contro la presa di posizione antidemocratica del Presidente di Confindustria Rotice, dell’Autorità portuale del levante e della Lotras e richiesto la revoca della nomina del presidente di Confindustria Gianni Rotice, quale “rappresentante del Comune di Manfredonia nel Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale”.
Noi non siamo contro il lavoro! Ma contro quegli imprenditori che pensano al tornaconto personale, senza una visione illuminata, larga e lungimirante dello sviluppo economico del loro territorio.
Tanti sono i posti di lavoro stabili e duraturi che possono derivare, non da grandi opere speculative, ma dagli interventi di cura e manutenzione dell’esistente e da progetti di economia verde in sintonia con il progresso economico e umano auspicato da Greta Thunberg e da tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’umanità e del pianeta, che rimane l’unico a nostra disposizione.
L’economia verde e autenticamente ecocompatibile è il presente e futuro che vogliamo. E con il referendum consultivo comunale del 2016, pienamente consapevoli, al contrario di quanto Gianni Rotice intende e sostiene, tutti i cittadini di Manfredonia lo hanno ribadito.
MANFREDONIA NUOVA