“L’Oasi Lago Salso non chiude, ma si avvia verso una fase di profondo cambiamento e di riorganizzazione, resisi necessari dopo una gestione, sia attuale che passata, caratterizzata da forti criticità, che hanno compromesso la possibilità di assicurare un’effettiva fruizione pubblica dell’area basata su una concreta e corretta valorizzazione delle valenze naturalistico-ambientali in essa contenute. La sciatteria gestionale regna sovrana già all’ingresso dell’area dove l’inesistenza di chiavi di accesso ai vari locali e la presenza di trattori sprovvisti di targhe ed attrezzi agricoli abbandonati alle intemperie, sono solamente l’esempio più evidente”.
Lo dichiara con fermezza il Presidente del Parco Nazionale del Gargano Pasquale Pazienza, a seguito di notizie e petizioni fuorvianti lanciate dal Centro Studi Naturalistici ONLUS (socio al 4% dell’Oasi Lago Salso SPA), dopo la decisione dell’Ente Parco di procedere con lo scioglimento e la liquidazione della società che gestisce il sito di proprietà del Comune di Manfredonia. La proposta, avanzata dal Presidente Pazienza, è stata votata all’unanimità dal Consiglio Direttivo nella seduta del 12 novembre scorso, salvo il successivo dietrofront dei consiglieri Lion, Riga e Monteleone, che hanno formalmente richiesto all’Ente – seguendo una procedura alquanto anomala – la sospensione e la revoca in autotutela della deliberazione a seguito dell’offerta di acquisto della totalità delle quote da parte del socio privato Centro Studi Naturalistici ONLUS.
Una proposta di acquisto che il Parco Nazionale del Gargano non può prendere in considerazione per oggettivi vincoli legislativi e contrattuali. I primi previsti dalla normativa riguardante il Codice degli appalti pubblici e il Codice di trasparenza. I secondi, determinati dall’Accordo di programma siglato nel 2015 tra il Comune di Manfredonia e l’Ente Parco, dal contratto di concessione (2015) tra il Comune di Manfredonia e la Società Oasi lago Salso spa e dal contratto di cessione gratuita condizionata, sottoscritto sempre nel 2015 tra il Comune di Manfredonia e l’Ente Parco Nazionale del Gargano.
“Sulla scorta di tutto questo – aggiunge Pazienza – è doveroso spiegare che il Parco, nonostante il 96% delle quote, non può esercitare alcuna forma di investimento e/o di intervento diretto proprio a causa della presenza, nella compagine societaria, della quota di minoranza privata (4%) del CSN”.