Riguardo alla decisione del Parco del Gargano di sciogliere la società che gestisce l’Oasi Lago Salso, il Centro Studi Naturalistici ONLUS, socio della SpA, comprende le problematiche che l’Ente Parco ha nel mantenere la partecipazione nella Società, alla luce dei vincoli stringenti del nuovo Testo unico delle società partecipate. Problematiche che in questi anni non gli hanno probabilmente permesso un maggiore impegno, anche economico, per tutelare e rilanciare questa importante e complessa realtà naturalistica.
Di certo, anche per il futuro prossimo, l’Ente non sarà in grado di invertire questa rotta, in quanto presenta una pianta organica sottodimensionata e priva di figure essenziali per la gestione dell’Oasi, come naturalisti, ecologi, biologi, zoologi ecc.; dovrà inoltre concentrare le proprie forze nella gestione di molte situazioni altamente critiche in altre aree del Parco, quali ad esempio la crescente presenza di specie potenzialmente problematiche che stanno generando importanti conflitti con intere categorie produttive presenti sul Gargano, a partire dagli allevatori per finire agli agricoltori.
È bene sottolineare che la proposta di scioglimento è dovuta esclusivamente al fatto che la società non risponde ai requisiti della riforma sulle partecipate e non è basata su nessuna delle cause di scioglimento previste dal codice civile, né si giustificherebbe col fatto che il bilancio 2018 si chiude in perdita, dopo numerosi bilanci chiusi con, pur modesti, saldi attivi. Perdita peraltro legata ad un doveroso riallineamento delle poste contabili a seguito della chiusura di alcuni importanti progetti che, grazie all’opera dell’attuale CdA, sono stati finalmente rendicontati dopo anni di colpevole immobilismo.
La messa in liquidazione comporterebbe inoltre l’impossibilità per la Società di continuare ad operare in ambito agricolo (dovendo necessariamente vendere i titoli della PAC per monetizzare gli attivi patrimoniali e non potendo più accedere ai fondi per l’agricoltura biologica), impedendole di continuare ad acquisire i contributi comunitari che oggi le consentono di far fronte ai debiti ancora gravanti sul bilancio, con la conseguenza che la procedura di liquidazione si concluderà con un saldo negativo, senza alcuna distribuzione finale del valore residuo ai soci, ed in particolare all’Ente parco. Senza contare che tale chiusura metterebbe in dubbio gli obblighi di mantenimento delle opere realizzate con i fondi comunitari, con il rischio di dover restituire diversi milioni di euro alla Commissione Europea e di dover far fronte agli impegni di manutenzione con i limitati fondi del Parco che sarebbero sottratti ad altre realtà territoriali.
Ma lo scioglimento sarebbe un dramma soprattutto per l’area naturale oggi gestita, pur tra mille difficoltà, dalla Società e che resterebbe in balia di abusivi e speculatori, come già accaduto in altre realtà del nostro territorio.
Per queste ragioni il Centro Studi Naturalistici intende risolvere diversamente il problema ed ha formalizzato all’Ente parco una proposta di acquisto del pacchetto azionario dell’Oasi Lago Salso SpA, attualmente detenuto dall’Ente Parco Nazionale del Gargano, che consentirebbe immediatamente al Parco di ottemperare agli obblighi di razionalizzazione previsti dalla legge di riordino delle società partecipate, incassando nel contempo somme che potrebbero essere da subito reinvestite sul territorio. Inoltre, a tutela dell’Ente parco, il Centro Studi Naturalistici rinuncerebbe a richiedere qualsivoglia garanzia di carattere fiscale o di consistenza delle voci patrimoniali della Società. In buona sostanza, l’offerta formulata dal CSN è a scatola chiusa, con tutte le attività e, soprattutto, le passività che tuttora pesano sul bilancio dell’Oasi, nonostante la forte azione di risanamento condotta in questi due anni dal nuovo CdA insediatosi a dicembre 2017 per risolvere le problematiche della precedente gestione che, lo ricordiamo, costrinsero l’Ente parco ad esautorare il vecchio organo amministrativo della Società.
Va evidenziato che questa proposta è perfettamente in linea con la normativa vigente che prescrive l’obbligo da parte degli enti pubblici di alienare le partecipazioni che non possono essere più detenute.
A tal proposito il CSN ha accolto positivamente l’apertura del Presidente Pazienza nel rinviare l’assemblea straordinaria con la proposta di scioglimento e liquidazione della Società e confida che l’offerta di acquisto verrà portata al più presto all’attenzione del Consiglio direttivo.
L’impegno ventennale del Centro Studi Naturalistici nel battersi per la tutela e valorizzazione delle zone umide del Golfo di Manfredonia è sotto gli occhi di tutti. Basta vedere ad esempio le importanti opere di rinaturalizzazione realizzate nell’Oasi (oltre 100 ettari di nuove zone umide e 300 ettari di pascoli naturali), rendendola una delle aree a maggiore biodiversità in Italia, e quelle più recenti eseguite insieme al Consorzio di Bonifica di Capitanata e alla Regione Puglia alla foce del Torrente Candelaro (40 ettari di nuove zone umide che erano occupate abusivamente).
Per queste e per molte altre ragioni, il CSN ritiene che la soluzione prospettata offra ampie garanzie all’Ente Parco in merito al rilancio dell’Oasi in un’ottica di sistema, coinvolgendo anche le due realtà comunali più prossime, Manfredonia e Zapponeta, nonché gli altri soggetti che stanno investendo sullo sviluppo locale a partire dal GAL.