“Se sentite di stare nel giusto andate avanti senza alcun timore” queste le parole di Nicola Lovecchio, operaio Enichem, morto di tumore, a causa dei veleni con i quali è entrato in contatto durante la sua professione, uno dei pochi a richiedere giustizia, a far aprire un processo contro l’Enichem, azienda di Stato. Processo che si è concluso con una farsa, poiché è stato dichiarato che i “manfredoniani sono morti perché mangiavano troppi gamberetti”. Le sue parole risuonano ora per le vie, per le piazze della città in occasione del 4^ Global Strike for Future, svoltosi questa mattina 29 Novembre. In seguito all’adesione all’assemblea nazionale di Napoli è stato concordato come ogni gruppo regionale, cittadino Fridays for future, dovesse considerare le problematiche territoriali. Manfredonia ha risposto positivamente a tale invito, essendo il nostro un Sito Sin (Sito di Interesse Nazionale) a causa dell’industria Enichem che dopo il danno, con una beffa se ne è andata e l’area Ex Enichem risulta bonificata solamente al 18%. L’arsenico è percolato nel terreno ad una profondità di circa 17-18 m da allora, a pochi metri dalla falda acquifera. Come se non bastasse a questo si aggiunge un altro pericolo incombente: l’Energas, azienda napoletana che vorrebbe installare un deposito di GPL, il più grande d’Europa, in zona Spiriticchio, area a pochi metri dall’Oasi protetta di Lago Salso. Questa mattina dunque lo sciopero non è stato un modo per “saltare” il giorno di scuola come si evince da alcuni commenti sui social network. Ancora una volta la strada, la piazza, sono divenute Università, così come accadde in quel lontano 88/89, anni in cui donne e uomini si incontravano con le tende ogni giorno in Piazza Duomo, per studiare, per documentarsi, per confrontarsi. Diversi i momenti che si sono alternati, dalla commozione, alla rabbia per le sorti di un territorio, il nostro, “violato, ferito a morte e dimenticato” (lo dimostra la posizione del Presidente Sergio Mattarella in occasione del Quarantennale, dove ha ricordato il disastro di Seveso, ma non quello di Manfredonia avvenuto solamente due mesi dopo), nonché di riflessione e scoperta, specie per i più giovani e le più giovani. Gli studenti e le studentesse hanno potuto conoscere la personalità di Nicola Lovecchio, eroe della nostra terra. “Nicola è vivo e lotta insieme a noi” queste le parole dei giovani ambientalisti che aderendo ai principi del movimento si sono dichiarati apertamente antifascisti, antirazzisti, femministi, contrari ad ogni forma di utilizzo di combustibili fossili. Ragazzi e ragazze che anche a nome dei tanti adulti richiedono al Presidente del Consiglio Conte, in visita domani presso la sede Sisecam, ex Manfredonia Vetro, opinioni riguardo alla bonifica e al deposito Energas. Lo fanno con il loro linguaggio più noto, quello che fa storcere spesso il naso, i propri smartphone, collegati contemporaneamente sulla stessa foto del Presidente, garganico tra l’altro, per richiedere risposte. Il corteo snodatosi per le vie cittadine si è concluso in Piazza del Popolo dove sono state lette le parole di Nicola Lovecchio. Un impegno quello dei giovani che però non si arresta con questo sciopero, ma ci si è lasciati speranzosi di potersi rivedere periodicamente per approfondire i disastri della nostra città e cercare, insieme, degli “sguardi” per osservare il futuro, alla ricerca di un “welfare generativo” capace di apportare un miglioramento alla nostra Città.
Angela la Torre