Giovedì 26 Dicembre 2024

Per amore di verità: Siponto e la sua storia (rubata)

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di Aldo Caroleo

A chi visita la Basilica di San Marco a Venezia,non sfugge il gran numero di colonne e capitelli che adornano i tre portali della facciata principale, ma anche nel suo interno e nel Palazzo Ducale. E’ ben noto a tutti che i veneziani si sono avvalsi della loro grande astuzia e forza di mercenari per portare nella loro città una enorme quantità di tesori d’arte letteralmente razziati in più parti d’Italia e dell’Oriente Anche le Reliquie di San Marco furono trafugate astutamente da Alessandria d’Egitto. Essi assoldarono soldataglie di mercenari  per riuscire nei loro intenti. Si sa dalla storia che nel 1204 , con un astuto colpo di   mano, i veneziani si impadronirono di Costantinopoli e la depredarono letteralmente  trasportando  con le  loro navi una incredibile quantità di tesori d’arte (capitelli, colonne, marmi pregiati,mosaici, statue,arredi sacri e  oro e pietre preziose..).

Non sfuggì a questa depredazione nemmeno la nostra Siponto come si apprende da due notizie storiche :

la prima ce la fornisce il Sarnelli nella sua “Cronologia dé  Vescovi e Arcivescovi   Sipontini) del 1680:

“…Ferdinando Re di Napoli impegnò Manfredonia a’ Veneziani, li quali l’impoverirono dè marmi molto preggiati dè quali questa città fu molto ricca……e li adoperarono in San Marco in Vinegia”.

Matteo  Spinelli  nella sua opera : “Memorie storiche dell’Antica e Moderna Siponto” è molto più preciso, riprendendo, la notizia del Sarnelli:

“…Del che contentissimi (per la Città data loro in pegno), i Venetiani profittarono assai dentro le rovine dell’antica Città e specialmente trasportarono in Venezia un numero infinito di marmi pregiatissimi che scoprirono collo scavo,oltre di què che presero dall’Antico Duomo di Siponto che ne fu ricchissimo di marmi anche sin dalla sua Edificazione e maggiormente per essere stato arricchito di cose più rare e qualificate da S.Lorenzo, X Vescovo Sipontino, che trasportandoli in Venezia si adoperarono per il maggior lustro della Chiesa Ducale di San Marco….”

Questo per  pura verità storica  quasi sempre taciuta: a San Marco a Venezia c’è anche un pezzo (anzi più pezzi)  importanti della nostra Storia.”

NB.Ho voluto riproporre questo mio contributo già pubblicato qualche tempo fa , anche alla luce degli ultimi eventi dell’acqua alta a Venezia. A sentire i commenti soprattutto dei politici “interessati” , il problema che sta soffrendo Venezia deve essere addossato  a tutti  gli Italiani, che devono sempre “dare” ,specialmente noi del Sud che, come si evince da questo mio modesto contributo , dovremmo “avere”  dai veneziani che hanno sempre “tolto” nella loro storia mercenaria.

Ho avuto modo, intorno agli anni 90, di conoscere, per motividi lavoro, a Marghera, un ingegnere del luogo e, parlando di Venezia ( e dei veneziani) mi diceva che i peggori nemici di Venezia sono  gli stessi veneziani ( commercianti,ecc.) che hanno sempre sfruttato  Venezia, senza mai dare una lira (allora erano lire) per la manutenzione  dei palazzi,  Monumenti,della laguna, ecc.

E ora mi rendo conto di quanto quelle affermazioni, fatte da un  veneto di Marghera, fossero vere.

Il  Mose che è nato con i soldi pubblici, e quindi di tutti gli italiani, è  lì da quasi vent’anni e mi sa che oltre ad essere fonte di mazzette,  altro non è stato, ed ancora se ne chiedono  di  altri milioni, (di euro) :

e, parafrasando, una domanda viene spontanea : ma se il pericolo principale per Venezia era l’acqua alta, come mai TUTTI  i veneziani (e non solo i politici) non hanno sollecitato, in tutti questi anni , il completamento del Mose?.  E dire che già in passato avevano avuto livelli di acqua alta uguali, se non peggiori? Adesso piangono invocando interventi  di natura economica: Uno sforzo da parte di tutti “quei veneziani” no?

Matera ha avuto anche i suoi danni, e non solo Matera: il Metapontino, il Salento, la Basilicata la mia Calabria, tutto  il  Sud ,ma il problema è solo Venezia.

E delle zone colpite dal terremoto e dell’ingente numero di vittime,la gente  costreta  a stare ancora in precarissimi prefabbricati?  Questa non è emergenza?E le opere d’Arte e i monumenti,le chiese,il patrimonio artistico ?  Al solito in Italia : due pesi e due misure.

Ritronando all’acqua alta e al Mose, tutti ora si sentono ingegneri  idraulici, ma la cosa più sensata  l’ha detta  un gondoliere intervistato nella trasmissione di Formigli: ha detto che l’unica cosa  che si dovrebbe fare (come si faceva una volta) è quella di dragare i fondali, non di tutta la laguna ma delle calli e rii di Venezia, cosa che in antico si è sempre fatta perché i detriti nel tempo si accumulano e fanno salire il livello delle acque. E’ la saggezza umile che mette k.o.  tutte le pompose proposte  ingegneristiche e politiche.

Altro elemento,secondo me devastante, di Venezia, sono le grandi navi da crociera che ogni giorno mettono in serio pericolo il già precario equilibrio della laguna..edella sicurezza .Se si pensa che ogni  nave di quella stazza pesa centinaia di migliaia di tonnellate, basta ricordare il Principio di Archimede di scolastica memoria per capire quanto danno, in termini di sollevamento dell’acqua e del moto ondoso provoca in laguna e i conseguenti  danni non solo ai monumenti, ma anche ai palazzi  antichi. Ma i Veneziani  (quelli a cui si riferiva l’imgegnere di Marghera ) non vogliono perché le navi portano soldi, tanti soldi e, per questo ostacolano quella minoranza che le navi  da crociera non le vuole.  

Infine,  stanno facendo vedere la cripta  di san Marco allagata. Come se le cripte  non avessero questa caratteristica proprio perché sono sottoposte  e  quasi sempre, oggetto di umidità.  In San Marco,  già in condizioni  normali c’è umidità, che si accentua proprio per il continuo livello che si alza per condizioni non naturali ma umane  che insistono in queste sciagurate scelte che hanno un solo nome: speculazione economica.

Hanno fatto vedere basi di colonne sgretolate (non si sgretolano dall’oggi al domani), affusti di colonne che  la salsedine ha in parte erose (come a Siponto, d’altronde e non di recente). Il che la dice tutta sul fatto che un intervento preventivo di protezione  non è stato fatto da anni (ad es. uso di vernici trasparenti  idrorepellenti, ecc.)..La domanda è perché…lascio a voi la risposta e mi verrebbe da dire a quei signori che chiedono sempre  e non danno mai ( nemmeno alla loro città):  abbiamo già  dato.

Aldo Caroleo

Archeoclub Siponto

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Commenti

  • Bravo Caroleo. Ottima precisazione.

    teofilo 17/11/2019 18:12 Rispondi

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