Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che: le imprese di pesca, in particolare quelle pugliesi, vivono un grande malessere a seguito dell’entrata in vigore di regolamenti comunitari e conseguenti norme nazionali che stanno richiedendo un grande impegno e sforzo organizzativo dei pescatori, per evitare di cadere in sanzioni la cui entità è il più delle volte sproporzionata all’irregolarità commessa; le dimensioni dei pesci adulti pescati nei mari pugliesi – tra i quali totani, merluzzi, moscardini, gamberi – sono inferiori a quelle imposte dai limiti dei regolamenti europei e difficilmente potranno corrispondere a tali indicazioni;
l’attività del pescatore, in uno scenario di settore già fortemente messo alla prova da una crisi annosa, è diventata estremamente complicata. Gli adempimenti richiesti alla categoria a bordo e a terra sono numerosi. Un esempio è la compilazione del diario di bordo informatizzato (log book) che ogni capobarca deve aggiornare ogni volta che tira su una rete, specificando tipo e dimensione del pescato. Una operazione che porta via del tempo e distrae dalle attività di bordo, che non sempre vengono svolte in condizioni meteorologiche normali; ogni minima dimenticanza, distrazione o solo un’imprecisione significa multe salate che vanificano la già compromessa redditività economica del settore; negli ultimi tempi i controlli in mare durante le battute di pesca – inopportuni per motivi di sicurezza – si sono intensificati e sono state comminate multe sproporzionate ai pescatori fino a 20 mila euro; le norme europee sono state redatte più per le flotte imponenti della pesca atlantica che per quelle della pesca mediterranea, fatta di piccole barche con pochi membri di equipaggio. La debolezza della pesca mediterranea e le scarse politiche a suo sostegno hanno portato negli ultimi 10 anni ad una riduzione del 30 per cento della flotta, della produzione e dei lavoratori; la categoria dei pescatori sostiene che, in Europa, ci debba essere la riconsiderazione dell’ampiezza delle maglie della rete da pesca (inadeguata per l’Adriatico), l’adozione di nuovi strumenti di studio degli stock ittici e il finanziamento di eventuali misure di ripopolamento marino –: come il Ministro interrogato intenda attivarsi, per quanto di competenza, per affrontare questo grave problema prima che diventi una vera e propria emergenza sociale e affinché a livello di Unione
europea si comprenda – facendo valere le ragioni della biodiversità dei mari italiani – quanto sia errata l’applicazione di un unico regolamento per tutti gli Stati membri.
TERESA BELLANOVA: Grazie, Presidente. Evidenzio, in via preliminare, che il settore dell’imprenditoria ittica riveste per questa amministrazione, da sempre, una significativa rilevanza. In queste prime settimane di lavoro, ho voluto conoscere le istanze dei pescatori e disporre l’insediamento del Tavolo di consultazione permanente della pesca il 24 ottobre, strumento teso a favorire un momento di ascolto con l’intero comparto e a definire un percorso di lavoro comune. Dobbiamo essere capaci di valorizzare sempre di più e meglio il comparto produttivo ittico, con una profonda riflessione per riuscire a creare, soprattutto a livello dell’Unione, le condizioni per un
sostegno europeo al reddito anche per i pescatori, come avviene in agricoltura. Con lo stesso obiettivo, stiamo garantendo la copertura per l’indennità del fermo pesca obbligatorio per i lavoratori dipendenti, che non risultava coperta per il 2019. Grazie alla misura, sarà assicurato il riconoscimento dell’indennità giornaliera pari a 30 euro per i periodi di sospensione dell’attività lavorativa nel 2019. Nel percorso parlamentare cercheremo di rendere strutturale questo intervento. Dobbiamo anche essere capaci di un giusto equilibrio tra le legittime aspettative delle imprese di pesca e la necessaria salvaguardia delle risorse ittiche. È fondamentale rassicurare il comparto
produttivo sul fatto che, già in questa fase, l’amministrazione, con impegno tecnico-giuridico, sta partecipando, nelle competenti sedi europee, al processo di revisione della pertinente normativa sovranazionale riguardante il controllo dell’attività della pesca, con l’obiettivo, condiviso anche da altri Stati membri, di definire un nuovo sistema basato su una maggiore flessibilità e semplificazione.
Circa le aspettative del comparto produttivo, evidenzio che il regime sanzionatorio nazionale per le infrazioni gravi in materia di pesca marittima è stato già oggetto di un recente processo di revisione che, in via legislativa, ha portato alla riduzione degli importi minimi e massimi di tutte le sanzioni pecuniarie. Peraltro, gli stessi adempimenti richiesti dalla categoria in tema di misure tecniche e di
controllo cui fa riferimento l’interrogante, in realtà, sono strumenti finalizzati a ridurre l’impatto negativo sul prezzo ambientale ed economico dell’attività della pesca. È mia intenzione mantenere alta l’attenzione in tutti i contesti internazionali in cui vengono definite
le politiche del settore produttivo ittico, considerando gli importanti impatti che ne derivano per il comparto, con l’intento di imprimere incisività e determinazione al ruolo dell’Italia nell’ambito della politica comune della pesca.