“Una facoltà di nomina sempre più accentrata nelle mani della Regione”. È il commento dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Marco Galante e Mario Conca in seguito alla seduta della III Commissione in cui è stato approvato il disegno di legge sulla modifica alla norma sulle aziende pubbliche di servizi alla persona.
Il M5S aveva presentato emendamenti volti a limitare il potere di nomina regionale del Consiglio di Amministrazione e del Direttore Generale dei revisori dei conti e a consentire che le decisioni fossero assunte da soggetti designati dai Comuni in cui hanno sede le strutture operative delle Aziende di servizi. Gli emendamenti prevedevano, infatti, l’abrogazione della norma che consente alla Regione di nominare un commissario ad acta chiamato a svolgere non compiti specifici, ma designato ogni qualvolta ritenga necessario procedere alla “riorganizzazione funzionale” dell’ASP, nonchè di quella che pone in capo alla Regione la nomina del Direttore Generale. Respinto anche l’emendamento sui revisori, la cui nomina con il disegno di legge viene posta in capo alla giunta. Accolto il nostro emendamento di soppressione dell’art.11 che puntava a inserire un nucleo ispettivo con funzioni sovrapponibili a quelle già svolte dal NIRS.
“Il nostro voto – dichiarano i consiglieri – è stato contrario alla revisione di questa legge. Adesso Emiliano e i suoi assessori si devono assumere la responsabilità di una modifica normativa che accentra nelle mani della giunta il potere di nomina dei soggetti chiamati ad assumere un ruolo decisionale in capo delle ASP. Non si può far passare per normalità l’indicazione politica da parte della Giunta per ruoli così importanti. La maggioranza non ha preso in considerazione i nostri emendamenti, presentati con l’intenzione di sottrarre alla Regione il generalizzato potere di nominare commissari straordinari a suo insindacabile giudizio e in qualsivoglia momento. Invece di andare in una direzione più chiara in fatto di nomine – incalzano – si rimane nella fumosità di leggi che lasciano ampio spazio alla possibilità di nominare solo sulla base di logiche politiche, non tenendo conto di curricula e meriti e soprattutto dei bisogni socio-assistenziali del territorio che l’attività delle ASP è chiamata a soddisfare. Lo ripetiamo ancora una volta: la politica dev’essere lasciata fuori quando si tratta di sanità e strutture per la cura delle persone fragili. Comportamenti come questo favoriscono logiche clientelari che combattiamo e abbiamo sempre combattuto. Il presidente invece di autoassolversi e fingere che vada tutto bene dovrebbe prendersi le sue responsabilità per i fallimenti in sanità sia per quello che riguarda l’erogazione dei servizi che il contrasto alla corruzione”.