Martedì 19 Novembre 2024

L’allarme ignorato di don Moscone di Gian Antonio Stella

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I fatti che riguardano Manfredonia e il suo commissariamento per mafia non hanno scosso solo la nostra città. Una penna autorevole come quella di Gian Antonio Stella ne fa un’analisi in un suo editoriale sul Corriere della sera riprendendo le parole del nostro arcivescovo, Padre Franco Moscone, che fin dai primissimi giorni del suo insediamento si è scagliato contro l’omertà e la ferocia della mafia Garganica. Ringraziamo Gian Antonio Stella per averci gentilmente concesso il permesso per ripubblicare il suo editoriale sulla nostra testata.

«Del Gargano si parla poco, ma la situazione è simile all’America Centrale nel rapporto tra popolazione e delitti. In due mesi e mezzo che sono vescovo qui, ho assistito a tre omicidi…». A leggere le ultime cronache sul commissariamento del comune di Manfredonia, travolto dallo scioglimento per mafia dopo anni di degrado sociale, politico, criminale, vale la pena di riprendere il grido d’allarme lanciato a metà aprile, poche settimane dopo il suo insediamento, da Franco Moscone, il piemontese di Alba arcivescovo di Vieste, Manfredonia e San Giovanni Rotondo.

Più ancora, merita d’essere ripreso un suo messaggio di fine agosto, colpevolmente ignorato, per la festa della Madonna di Siponto: «Manfredonia, non perdere la speranza, ri-alzati decisa sul fondamento della legalità!» Poi ecco la denuncia di una situazione sempre più insostenibile e sottovalutata: «Il crescere esponenziale di azioni violente, fino agli omicidi ed alla sparizione di persone (lupara bianca), passando per gesti intimidatori e di chiaro stampo mafioso, non ci possono lasciare silenti». Di più: «Se non rispettiamo la legalità diventa inutile lamentarsi per la carenza di lavoro o per la desolante fuga dei nostri bravi e volitivi giovani in altre regioni italiane ed europee per studio e attività professionali. Al di fuori di un recupero della legalità, infatti, non c’è spazio per lo studio serio ed il lavoro onesto che producono a loro volta ricerca e novità lavorative-occupazionali. Educare alla legalità significa innanzitutto prendere coscienza della realtà per quello che è, senza nascondersi dietro false etichette, paure, morosità e sterili lamentele».

Parole durissime. Come quelle scagliate contro chi ha taciuto, anche dentro la Chiesa. Certo, l’invito è sempre a «guardare con speranza e cuore puro alla politica ed alla Chiesa» perché «non è vero che la politica è marcia e la Chiesa è falsa». Ma «è vero che marci sono gli uomini che usano la politica per il proprio tornaconto, e false sono le persone di Chiesa che se ne servono per sé stessi e non per il Vangelo».

Pareva che dovesse andare a Locri, qualche anno fa, monsignor Moscone. Ma certo, a leggere le 424 pagine di accuse tremende dell’inchiesta della magistratura su Manfredonia e la mafia del Gargano, non gli è stata affidata una zona tranquilla…

Gian Antonio Stella

Pubblicato sul Corriere della Sera il 29 ottobre 2019

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