L’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale entra nella rete degli EcoPorts, la principale iniziativa ambientale del settore portuale in Europa.
Un risultato che premia il lavoro dell’Ente rivolto alla salvaguardia dell’ambiente, obiettivo principale perseguito nei cinque porti dell’Adriatico meridionale.
Accedere alla piattaforma significa essere parte integrante di un sistema sviluppato dai porti per i porti e progettato con l’obiettivo di mettere in pratica le linee di indirizzo tracciate da ESPO (European Sea Ports Organization), di cui EcoPorts fa parte integrante, e finalizzate a incoraggiare il libero scambio di esperienze, tra i porti membri, sulle tematiche ambientali.
“Si tratta di un primo importante step– commenta il presidente dell’AdSP MAM Ugo Patroni Griffi- a cui ne seguiranno altri, finalizzati ad ottenere le certificazioni ambientali: vere e proprie etichette rilasciate esclusivamente ai porti che rispettano stringenti parametri di ecosotenibilità. Le sfide ambientali che lo shipping dovrà affrontare nell’immediato futuro– continua il Presidente- sono complesse e generano incertezza. Tra queste, bisognerà garantire qualità dell’aria, la produzione di energia e fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici. L’ottenimento delle certificazioni- conclude Patroni Griffi– è l’unico standard della gestione ambientale riconosciuto a livello europeo, specifico per il settore portuale, che contribuirà a rendere i nostri porti maggiormente competitivi, attrattivi e integrati nelle reti internazionali.”
Il principio generale di EcoPorts è quello di aumentare la consapevolezza sulla protezione ambientale attraverso la cooperazione e la condivisione delle conoscenze tra i porti europei, così da sostenerli nel miglioramento della gestione ambientale e nel raggiungimento degli obiettivi prefissati di sostenibilità.
Nel confronto con il proprio benchmark europeo, l’AdSP MAM si è classificata tra le prime posizioni nella compilazione del questionario Self Diagnosis Method (SDM) (metodo di autodiagnosi), rispetto alle proprie prestazioni ambientali contenute nel documento SDM Review,