Un prete che con gli occhi e il cuore di sognatore ha costruito con inaudita forza un ponte per andare incontro ai fratelli, in particolare ai poveri, agli ammalati, ai diseredati, agli emarginati, a chi ha sete di giustizia, per portare loro la parola di Dio. “I poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla”. Parole profetiche che a distanza di tempo rispecchiano il nostro tempo. Di questo si è parlato nel corso di un incontro, presente un affollatissimo e qualificato uditorio. L’incontro tenutosi presso l’Auditorium “Mons Vailati” di Manfredonia, sotto l’egida dell’Arcidiocesi Manfredonia, Vieste, S. Giovanni Rotondo, è stato fortemente voluto dall’AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani) sez. di Manfredonia, (presidente dott. Giuseppe Grasso), dall’UCIIM (Unione Cattolica Italiani Insegnanti Dirigenti Educatori Formatori), Sez. di Manfredonia (presidente prof.ssa Arcangela Bisceglia). A patrocinare l’iniziativa: Lions Club Manfredonia Host (presidente dott.ssa Fanny Garzia), Lions Club “Sipontum”, (presidente rag. Giovanni Tricarico), il dott. Pio Longo, presidente del Circolo Unione, il prof. Matteo Rinaldi, presidente dell’UNITRE, il prof. Michele Spinelli, responsabile della Consulta Anziani, la dott.ssa Maria Antonietta Totta, presidente della sezione AMMI di Manfredonia, l’Ing. Salvatore Guglielmi, segretario del Lions Club Host e il dott. Andrea Pacilli, presidente del Rotary Club, sez. di Manfredonia. Presenze autorevoli: il dott. Vittorio Piscitelli, Commissario prefettizio del Comune di Manfredonia, la dott.ssa Francesca Anna Maria Crea, sub Commissario vicario, p. Aldo Milazzo, direttore diocesano per la pastorale sanitaria, p. Rosario Messina, assistente spirituale AMCI (camilliani) e il dott. Michele Giuliani, direttore generale della Casa Sollievo della Sofferenza. A presiedere il simposio, Padre Franco Moscone, arcivescovo. Relatori di eccezione, Mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e il dott. Domenico Cives, Direttore Ufficio Pastorale Sanitaria della Diocesi di Molfetta. A fare gli onori di casa, la prof.ssa Bisceglia, Dopo aver porto il saluto a tutti i convenuti per la loro gradita quanto preziosa presenza, nella sua breve prolusione, ella ha sottolineato che l’alleanza è un esempio di santità che più di don Tonino con la sua vicinanza ha saputo parlare alla sua gente, ai sofferenti e ai giovani Questo il messaggio che si può cogliere attraverso la parola e i gesti dell’uomo, del sacerdote, del vescovo per perseguire gli ideali della fede. Padre Franco, dopo aver salutato i presenti ha sostenuto che pur non avendo conosciuto di persona don Tonino, se non attraverso le sue le sue opere, egli ha dimostrato quanto grande sia il disegno di Dio attraverso la Fede. “Perché non chiedersi se sia ancora possibile che un uomo debba dormire sul tabernacolo di una barca rovesciata quando l’opulenza appariscente cresce a dismisura? “Corpus Domini – Corpus Hominis’. ” “Chi vive senza servire, vive senza parola”. Sono seguiti i saluti del dott. Vittorio Piscitelli e del dott. Michele Giuliani, seguiti da due studenti che hanno letto alcuni scritti di don Tonino. Di notevole impatto umano e affettivo la straordinaria, quanto struggente testimonianza del dott. Cives, che per otto anni è stato il medico personale di don Tonino “Dolore della nostalgia, del distacco da un amico, da un fratello che mi ha educato” Con queste parole il dott. Cives introduce il lungo racconto del meraviglioso quanto doloroso rapporto che in otto anni ha visto cambiare la sua vita grazie alla straordinaria capacità di rapportarsi di don Tonino con la sua gente, quella più umile. “Le nostre sono state due rette parallele che si sono incontrate all’infinito”. “Vescovo insegnami a pregare”. Tanti gli esempi, gli aneddoti entrati prepotentemente nella storia dell’uomo, quando afferma:”Siamo giunti a tale grado di perfidia, che pretendiamo di elevare a livelli di purezza i liquami della nostra cupidigia, traffichiamo perfino le scorie del nostro egoismo, verniciamo di solidarietà gli scarti del nostro tornaconto”. “Ogni offesa recata all’uomo, è recata a Dio.”Io sono in quanto puro. Io sono in quanto amo. Costruire un uomo diverso che sappia combattere la violenza con la pace. La pace vinta con la pace. Questo il messaggio di don Tonino. Il momento del distacco. “Non voglio più essere aiutato”. Vescovo la diciamo una preghiera? Non meno intenso il ricordo di Mons. Cornacchia quando commenta alcuni passi del decalogo di don Tonino, dove si afferma che: “Stola e grembiule, binomio sacro e profano. Essere nel mondo un disegno visibile ma invisibile. E’ l’utopia fatta storia. Esagerare nel volersi bene. Dov’è l’uomo lì c’è Dio. Amare senza misura.. Convivialità delle differenze. Contemplativi e attivi. Quanto più saprai stare in ginocchio, sarai in grado di stare i piedi. Contemplativi e attivi..Infine, una citazione di Papa Francesco in una udienza a Cuba nell’anno della Misericordia “Chi non vive per servire, non serve per vivere”. Parole pesanti quanto un macigno che dovrebbero farci riflettere in quanto figli di Dio. Le conclusioni a Padre Franco che, ammonisce:”Davanti alla volontà di Dio bisogna mettere fiori freschi. Tappezziamo la volontà di Dio di fiori freschi”
Matteo di Sabato
Articolo puntuale e profondo, scritto con classica e ineguagliabile maestria!!